Ambiente: 365 giorni di Indietro tutta. la retrotopia e il nulla
Il buon giorno, ossia l’esito finale della politica di un’amministrazione comunale, si vede dal mattino, ovvero dal primo anno di governo. A San Ferdinando di Puglia, i primi 365 giorni di Indietro tutta hanno rivelato, con limpidezza adamantina, l’estraneità della destra locale al paradigma ecologista.
Nella drammatica fase storica che il genere umano sta attraversando, i principali temi che le città devono affrontare sono tutti di natura ambientale. In questo primo anno, l’argomento ecologia è stato sistematicamente eluso da un’amministrazione impegnata a cavalcare, per contro, il paradigma nostalgico, preoccupata di assecondare gli impulsi viscerali del popolino.
Restringendo l’analisi alle politiche ambientali, la città di San Ferdinando di Puglia sembra una barca alla deriva. Stiamo aspettando che la nave, affondi senza fare nulla per tirarcene fuori. Mi sarei accontentato di un Comune amministrato da apprendisti stregoni, ma niente. In questo primo anno, si è osservata solo inerzia e moti retrogradi, da parte di chi è semplicemente incapace di immaginare la città del futuro, che sia diversa da quella rassicurante che già conosce.
Ventimila scienziati, recentemente, hanno lanciato un accorato appello, a cui tre giorni fa si è unito anche Papa Francesco: stiamo distruggendo il pianeta e il tempo sta scadendo.
Mentre la parte migliore dell’umanità è impegnata in una corsa contro il tempo per arrestare i cambiamenti climatici, che potrebbero portarci all’estinzione di massa, una politica amministrativa di terz’ordine, in un anno, non ha mosso un dito a favore delle energie rinnovabili o per la mobilità dolce. L’Italia è maglia nera in Europa per le vittime da smog, con 80mila morti premature all’anno. Questo problema non tocca Indietro tutta che, a passo di gambero, ha favorito l’ipertrofia automobilistica abbattendo le piste ciclabili e riaprendo il centro cittadino al transito degli autobus extraurbani. Queste scelte sciagurate hanno avuto come effetto l’aumento degli ingorghi e dell’inquinamento da traffico. L’inerzia di Indietro tutta su traffico ed energia alimenta la bomba climatica. Nel primo anno, Indietro tutta non ha realizzato nessuno di quei quattro punti stitici sulle tematiche ambientali presenti nel suo programma.
Per compensare le emissioni di CO2 prodotte dalla nostra città, non sono stati piantati nuovi alberi. Si ignora che la sicurezza e l’ambiente sono temi sempre più interconnessi, perché la mancanza di alberi in interi quartieri della città non è solo un problema ecologico ma è anche un problema di salute e di sicurezza pubblica. Le ondate di calore, più intense nei centri urbani privi di alberi, possono tradursi in pericoli mortali, soprattutto per una popolazione che diventa sempre più vecchia.
Educazione e ambiente sono temi centrali della politica. Cosa si è fatto in quest’anno per educare bambini e i ragazzi, gli adulti del 2040, all’ecologia e al rispetto per l’ambiente? Zero.
Il peccato originale di Indietro tutta è la RETROTOPIA, un neologismo coniato dal celebre sociologo Zygmunt Bauman, che dà il titolo al suo ultimo libro. La retrotopia è un’utopia al contrario, l’habitus mentale di chi guarda all’indietro, naviga a ritroso e cerca nel passato le risposte per migliorare la società. La retrotopia è l’errore di fondo in cui è caduta Indietro tutta, che ignora le sfide del mondo moderno e non ha la benché minima idea di cosa fare per costruire il futuro possibile per San Ferdinando di Puglia. Questo pericoloso habitus mentale sta condannando, per i prossimi anni, la città al regresso e al degrado.
Per capire meglio la portata del problema, può esserci utile un’analisi comparativa con l’ultimo anno delle amministrazioni comunali di altri piccoli comuni italiani.
Il Comune di Castro (LE) ha installato due colonnine per la ricarica delle auto elettriche, dotate di pensilina fotovoltaica e ha approvato il Regolamento per le compostiere domestiche.
Il Comune di Melpignano (LE) ha avviato un impianto per la gestione sostenibile della frazione organica con il sistema della lombricoltura e ha realizzato una mensa biologica a km0.
Il Comune di Racale (LE) ha creato una mensa centralizzata e sostenibile.
Il Comune di Motelepre (PA) ha istituito una Zona a traffico limitato e un’area pedonale.
Il Comune di Modugno (BA) ha previsto sgravi sulla Tari per la parte variabile dei rifiuti prodotti con la raccolta differenziata porta a porta, ha approvato il Regolamento sulle compostiere domestiche, che vengono fornite in comodato d’uso ai cittadini che ne facciano richiesta. Questo comune ha una mensa biologica a km0 e ha aderito alla Campagna “M’illumino di meno”.
Il Comune di Berlingo (BS) pianta un albero per ogni nuovo nato. Quest’anno sono già stati piantati 24 alberi.
Il Comune di Cassino de’ Pecchi (MI) ha approvato un PGT a consumo zero di territorio, che prevede anche il recupero degli immobili dismessi.
Si potrebbe continuare a lungo, ma mi fermo qui. Potrei addurre un elenco infinito di buone pratiche amministrative delle città del Nord Europa, ma sarebbe come infierire sulla Croce Rossa. Questo breve elenco di politiche virtuose messe in atto da alcuni comuni italiani ci dà la misura della stasi melmosa che opprime San Ferdinando di Puglia.
La speranza che qualcosa possa invertire la deriva antiecologica nella mia città è, al momento, agli arresti domiciliari. Il mio lato ottimista vorrebbe essere smentito dai fatti. Il realismo mi dice, alla luce della cecità dimostrata da Indietro tutta, che il tempo della speranza termina qui.