Che le videocamere di sorveglianza installate a San Ferdinando di Puglia fossero nate sotto una cattiva stella è stato evidente fin dall’inizio.

Le criticità sono ad ampio spettro, le responsabilità molteplici. Il pesce puzza dalla testa fino alla coda.

Nell’osservare la videocamera di sorveglianza di Piazza Monsignor Gallo, girata dall’altra parte rispetto alla piazza e alla Fontana leggera che dovrebbe sorvegliare, mi domando: l’Assessore alla sicurezza di Indietro tutta cosa sta facendo? Sta lavorando per rendere San Ferdinando di Puglia una città via via più sicura? Da come funzionano, pardon non funzionano, le videocamere di sorveglianza c’è da disperare. In ambito sicurezza mi auguro che, invece di essere proattivi e cercare di risolvere i problemi anziché subirli, non ci si affidi agli scongiuri, non si tocchi ferro o si facciano altre ritualità apotropaiche per propiziare la buona sorte.

In tema di sicurezza e rifiuti, tempo fa (agosto 2017) Indietro tutta ci fece sognare. Era il tempo in cui sul Gruppo Facebook San Ferdinando di Puglia Open Gov avevamo dato notizia di sindaci pugliesi che avevano pubblicato su internet video e/o foto di cittadini sporcaccioni sorpresi nell’atto di abbandonare rifiuti nelle periferie delle loro città. Questi zozzoni erano stati prontamente multati e svergognati sul web.

Per spirito d’emulazione o per mera competizione sportiva, anche quelli di Indietro tutta si ingarellarono con i colleghi pugliesi e annunciarono che, di lì a pochi giorni, avrebbero avuto le foto e i video degli incivili che buttano i rifiuti nelle periferie. “Tempo al tempo” - dissero - “ancora qualche giorno e balleremo la tarantella”.  E ancora: “Nei prossimi giorni avremo a disposizione le immagini di un paio di settimane di ‘Foto trappole’ installate in città per debellare tali indecenti condotte”.

È un dato di fatto che di foto o video pubblicati su internet non si sia vista neppure l’ombra.

Evidentemente, in un eccesso di propaganda, quelli di Indietro tutta hanno venduto la pelle dell’orso prima di averlo ucciso e fatto all’intera cittadinanza un pescione d’aprile ad agosto.