Cosa ha fatto per l’ambiente l’Amministrazione di San Ferdinando di Puglia dopo 120 giorni?
Per questa grossa domanda ai cittadini sono state date due piccole risposte. La prima la si apprende, oggi, dalle parole della Sindaca: “Avvio di una gara per il centro comunale di gestione dei rifiuti”. La seconda ci viene dall’Assessore all’Ambiente, Gianfranco Capacchione che, in risposta ad una mia PEC, scrive:
«Gent.mo Sig. Della Torre, riscontro la Sua e con altrettanta educazione cercherò di risponderLe per quanto di mia esclusiva competenza. Per ovvie ragioni non Le potrò rispondere nel merito delle decisioni collegiali che sono state assunte in Giunta su alcuni temi già contenuti nel programma amministrativo esposto alla valutazione dei cittadini sanferdinandesi. Non la voglio tediare con la scusa della carenza del personale, delle difficoltà oggettive nel reperire fondi pubblici, etc. o altre scuse. Le posso però confermare quanto impegno e volontà ci sia da parte di tutta l’amministrazione comunale nell’affrontare in maniera seria, pragmatica e decisa temi fondamentali e di primaria importanza quali rifiuti, contrasto al surriscaldamento globale, emergenza climatica, cultura e rispetto nei confronti dell’ambiente attraverso una serie di iniziative volte all’educazione civica anche ambientale. Come ben potrà comprendere sarebbe troppo semplice ridurre il tutto ad uno scambio epistolare. Pertanto la invito sin d’ora alle prossime consulte ambientali che verranno a breve istituite affinché il Suo, come quello di tanti cittadini “attivi”, contributo possa rendersi utile all’avvio di politiche ambientali virtuose. La saluto cordialmente».
Possiamo dedurre, in soldoni, che nei primi 120 giorni l’Amministrazione abbia fatto per l’ambiente poco o nulla. Silenzio tombale sulla scelta della Giunta — irrispettosa della volontà degli elettori — di far sparire dalle Linee programmatiche e di mandato i punti più qualificanti in tema di contrasto alla crisi climatica, il problema più complesso e spaventoso con cui l’umanità abbia mai dovuto confrontarsi e che, sembrerebbe, gli amministratori non intendano sollevare neppure con un dito. Non si va oltre una vaghezza sconcertante.
Per giustificare l’attuale inazione climatica si evocano la mancanza di personale, le difficoltà economiche e la penuria di liquidi nelle casse comunali. Ma, santa pazienza, quanto personale e quanti soldi servono per proclamare, in Consiglio comunale, l’emergenza climatica, avviare l’installazione (gratuita per le casse comunali) delle colonnine di ricarica per le automobili elettriche, le comunità energetiche e il PRIE, il piano regolatore per gli impianti eolici?
Quanto appena elencato non è scienza missilistica. Sono provvedimenti semplici, senza spese per le casse comunali. Se non vedranno la luce sarà solo per la mancanza di volontà politica dell’attuale Amministrazione comunale.