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Covid-19: errare è umano, perseverare è da politico

Covid-19 party

Da qualche giorno la politica italiana sembra essere in preda ad un’ipnosi da calendario, simile a quella vissuta nella scorsa primavera ed estate, che ha provocato la seconda ondata di infezioni.

Con 600 morti per Covid-19 al giorno, che hanno portato il macabro conteggio delle vittime di questa guerra contro il virus a 50mila dall’inizio della pandemia, con le terapie intensive sature e il personale degli ospedali allo stremo, ci si aspetterebbe che i nostri eminenti politici stiano pianificando una solida controffensiva per spingere il virus in un cul-de-sac, fino a farlo sparire completamente. E invece no. Ancora una volta, la politica obbedisce ai rituali imposti dalla tradizione. 

Le prossime festività natalizie si fondano su rituali imprescindibili che vanno consumati anche a costo di spezzare altre migliaia di vite umane. Lo shopping dei regali, le cene e i pranzi in famiglia, le tombolate e l’irrinunciabile settimana bianca in montagna. I nostri governanti sono prossimi ad accendere la luce verde al Natale, confidando nel famigerato senso di responsabilità degli italiani, conosciuto in tutto il mondo. Com’è facilmente prevedibile, il prossimo DPCM consentirà agli italiani di chiudersi allegramente nel tepore delle case a festeggiare, mangiare, giocare e brindare insieme, come se il virus non esistesse. Andrà in scena un gigantesco Covid-party nazionale a norma di legge.

Quando a gennaio saremo investiti da una terza ondata di contagi, che questa volta sarà uno tsunami, non avremo alibi. Avremo perseverato nell’errore e subiremo la punizione che spetta ai recidivi.

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