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Dove ecologia ed etica non bastano, arrivi la sfiga

Foto: Matteo Della Torre

Ci risiamo. Ogni cinque anni la stessa storia. Nell'era di internet, i partiti politici locali e i loro candidati non riescono a trovare di meglio per pubblicizzare il proprio ego, e in minima parte le proprie idee, che disseminare nell'ambiente urbano fogli, flyer, biglietti con la loro faccia e il simbolo della loro lista politica.

Si produce così una montagna di carta, Amazzonia pura, che immancabilmente finisce gettata per strada.

Man mano che si avvicina il giorno delle elezioni, il fenomeno della dispersione per le strade e i marciapiedi della spazzatura elettorale diviene sempre più evidente.

Negli ultimi giorni prima del voto, dalle automobili pubblicitarie dei partiti, che a cento decibel diffondono per le strade il "vota Antonio La Trippa”, accompagnato dal suono di canzoncine, non è raro vedere gettare a spaglio i volantini elettorali come se si seminasse la strada.

Tralasciamo qui l'aspetto puramente ecologico della carta buttata per terra, la prima forma di inquinamento urbano, argomento che certo non sembra interessare i candidati politici. Omettiamo anche le implicazioni etiche legate all'inquinamento elettorale. Chi si candida per incarichi istituzionali dovrebbe dare il buon esempio ai cittadini ancor prima di essere eletto. Giammai!

A me preme, in questa sede, evidenziare un fenomeno che ho avuto modo di osservare negli ultimi 15 anni.

Da ecologista, mi sono lasciato inquietare dalla visione di così tanta spazzatura elettorale sparsa per le strade e ho cominciato ad osservare, ad ogni tornata elettorale (politiche, regionali, provinciali e amministrative), i partiti, i volti e i nomi dei candidati che disseminavano più cartacce. Chi sparge per strada volantini elettorali mostra di essere in affanno sull’avversario politico e di voler recuperare il distacco ricorrendo a questi mezzucci propagandistici, che quasi sempre si ritorcono come un boomerang contro di loro. In questi anni, ho avuto modo di notare un fenomeno a mio avviso interessante: chi disseminava più cartacce per le strade, chi vinceva la “maglia nera” di partito politico o candidato più inquinatore, perdeva sistematicamente le lezioni. Con una sola eccezione, che ritengo statisticamente non significativa.

E allora, cari candidati, se argomenti solidi come la motivazione ecologista o l’etica sono per voi insignificanti quanto un piatto di costolette di maiale ad un party vegano, spero almeno che un “non argomento” legato alla superstizione vi persuada a non portarvi sfiga da soli. Dove ecologia ed etica non bastano, spero che arrivi una credenza irrazionale.

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