I “furbetti del poderino” e il blitz delle Forze dell’Ordine a San Ferdinando di Puglia
Sono le ore 5.35 del mattino. Il rumore dell’elicottero dei carabinieri che volteggia sul cielo di San Ferdinando di Puglia mi tiene sveglio e la mia mente comincia a vagare. Penso al cancro sociale della delinquenza.
Quella manifesta - la cui repressione richiede alle volte rumorosi blitz notturni delle forze dell’ordine - e quella diffusa, silenziosa e strisciante.
Penso anche a quanti utilizzano gli episodi di gravi reati appresi dalla cronaca per puntare il dito accusatore. Uno stratagemma per diluire i sensi di colpa e drenare le proprie malefatte nel mare indistinto della scelleratezza collettiva.
Quando appaiono in pubblico, questi benpensanti indossano, con sottile piacere, la maschera dell'ipocrita garrulo che addita e consegna al pubblico ludibrio le malefatte altrui. È uno sport nazionale: quello del disonesto anonimo che deplora il delinquente manifesto. Troppo facile!
I delinquenti manifesti, quelli con precedenti penali, sono solo la punta dell'iceberg dell'illegalità che dilania l’Italia e la ammorba con le sue perniciose tossine.
Alla base v'é il rancido brodo di coltura della disonestà diffusa, quella anonima, che non è stata ancora scoperta e che forse non verrà mai alla luce.
Evidenziare scandalizzati il dato relativo ai cittadini pregiudicati di una città non rende sufficiente giustizia sulla diffusione dell'illegalità tra gli italiani. Tre esempi.
A Napoli il 30% della popolazione residente è composto da pregiudicati, cioè da delinquenti manifesti. Nel quartiere di Secondigliano i pregiudicati salgono al 50% della popolazione. Lo stesso dato è riscontrabile a Cerignola (Foggia), dove su 60 mila abitanti, la metà risulta pregiudicata.
Sono dati impressionanti che dovrebbero far riflettere, ma che non esprimono la complessità e l'ampiezza del fenomeno delinquenziale diffuso.
Sarebbe interessante conoscere per San Ferdinando di Puglia il dato relativo alla percentuale di cittadini pregiudicati. Rimarremmo sconcertati.
Ma chi sono i delinquenti anonimi? Non si fa molta fatica a individuarli. Per motivi di sintesi, restringiamo il campo del mare magnum dell'illegalità diffusa al solo comparto agricolo.
“Nel 2010 in Puglia sono stati accertati 25.896 falsi braccianti agricoli, vale a dire un imbroglione ogni 157 abitanti”. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera) (1)
In base ai dati pubblicati sul Corriere della Sera, a San Ferdinando di Puglia dovrebbe esserci un minimo di 88 falsi braccianti agricoli che hanno costituito rapporti di lavoro fittizi con la compravendita delle giornate lavorative. Credo che questo numero sia fortemente sottostimato e non fotografi adeguatamente l’ampiezza e la gravità della maxi truffa aggravata ai danni dell'INPS.
Negli anni, tutto questo ha prodotto una sorta di welfare illegale che ha consentito ai “furbetti del poderino” di restare a galla, nonostante i morsi della crisi agricola. A farne le spese sono stati gli agricoltori onesti, beffati due volte.
Il male messo in circolo dai furbetti e dalle furbette è divenuto un cancro sociale, un cattivo karma collettivo per un mondo agricolo che alla fine raccoglierà ciò che ha seminato.
Note
(1) Gian Antonio Stella, L'Italia dei finti assunti e del lavoro nero, Corriere della Sera.