La sagra del fico secco di Indietro tutta
Andrò direttamente al punto senza perifrasi. A mio avviso la Fiera del Carciofo 2017 è stata un vero fiasco.
L’ossessione per il passato ha spinto “Indietro tutta” a spostare la “allocation” della Fiera (l’errore non è mio) dall’area mercatale, la sua moderna collocazione, alla sua posizione storica, ovvero la piazza del paese, dove la Fiera si svolgeva quando gli attuali organizzatori erano giovani e avevano la testa piena di capelli. Dietro questo ennesimo ritorno al passato, inopportuno e dannoso, si cela un inutile tentativo di rompere l’orologio della storia, per fermare il tempo ed esorcizzare la vecchiaia e la morte.
La Fiera Nazionale del Carciofo è stata declassata a sagra di villaggio del fico secco senza mandorla dentro. Ad esporre c’erano i soliti noti. Una noia mortale. C’era il solito mercato di oggetti dozzinali, venditori di carne carbonizzata dappertutto, di agricoltura biologica neppure l’ombra e, dulcis in fundo, la presenza, in uno stand centralissimo, dell’Esercito Italiano, a promuovere tra i nostri giovani, in piazza come nella scuola (incredibile!!), stili di vita a dir poco discutibili. Per un vegetariano, ecologista e pacifista come me non è stato di certo uno spettacolo edificante.
IL FUTURO MANCATO
La consapevolezza dei rischi per la salute dei cittadini, dovuti ad un’agricoltura contaminata dai pesticidi chimici, ha indotto migliaia di Comuni nel mondo, i “Pesticide Free Towns”, ad introdurre regolamenti e norme per vietare sul loro territorio l’uso dei pesticidi chimici, in agricoltura e nella gestione del verde pubblico. I Comuni italiani a pesticidi zero come Malles e Occhiobello e gli altri Comuni - con regolamenti che prevedono delle forti limitazioni e il divieto di utilizzo dei pesticidi più tossici - come Ponte nelle Alpi e Belluno, non sembrano interpellare gli amministratori di San Ferdinando di Puglia.
È sufficiente guardarsi un po’ intorno, leggere le riviste che gravitano intorno al mondo del cibo o guardare con attenzione gli scaffali dei supermercati, sempre più pieni di prodotti con certificazione biologica, per capire che l’agricoltura biologica è la chiave per interpretare il presente e il futuro dell’agricoltura sanferdinandese.
Ma come dirlo a quelli di “Indietro tutta”, che sono convinti di risolvere i problemi della crisi che attanaglia da anni la nostra agricoltura scadente con dei pannicelli caldi? Ossia, chiacchiere da salotto, il ritorno al passato e un “tavolo tecnico permanente sull’Agricoltura”, istituito sulla carta con delibera di Giunta il 27/06/2017, di cui non si hanno più notizie. Per dirla alla Fantozzi, siamo di fronte ad un tavolo tecnico permanente “dei dieci assenti”?