Uomoplanetario

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La strategia di mitigazione del surriscaldamento globale (seconda parte)

Tesla Supercharger.

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Elezioni Amministrative, San Ferdinando di Puglia, giugno 2022. Dalla proposta di programma politico consegnata ai candidati delle coalizioni in lizza.

INFRASTRUTTURA DI COLONNINE DI RICARICA PER LE AUTOMOBILI ELETTRICHE

L’Italia necessita di almento 200mila punti di ricarica per le automobili elettriche. Oggi, sul territorio nazionale sono attive solo 23.275 colonnine. Grandi sono le lamentele dei possessori di automobili elettriche sulla scarisità di punti di ricarica. Servono soprattutto stazioni di ricarica fast in DC (corrente continua) da 50 kW in su e ultra fast da 150 kW in su, che permettono di ricaricare un’automobile elettrica in 15 minuti, consentendo di effettuare facilmente lunghi viaggi.

I punti di ricarica fast più vicini a San Ferdinando di Puglia sono a Cerignola (un supercharger, solo per clienti di automobili Tesla), a Molfetta presso l’Outlet Village, a Foggia presso una stazione di servizio IP e a Candela (stazione super fast JuicePump di Enel X ).

Se prendiamo la mappa dei punti di ricarica pubblica per i veicoli elettrici presenti nei territori di San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Margherita di Savoia totalizziamo un vergognoso zero. Niente male per un territorio che ambisce ad essere attrattivo per il turismo.

Ogni sindaco ha la responsabilità di creare nel suo comune un’infrastruttura di ricarica, in previsione dell’aumento esponenziale di auto elettriche che circoleranno sulle strade italiane entro il 2030.

Le proiezioni sulle immatricolazioni dei BEV (Battery Electric Vehicle) ci anticipano uno scenario futuro in cui in Europa  circoleranno centinaia di milioni di veicoli elettrici, di cui 6 milioni in Italia.

Solo nel 2021 le immatricolazioni di BEV sono cresciute del 128,34% con 136.754 immatricolazioni. Il trend è ormai consolidato: il futuro del settore dell’automotive è l’elettrico.

La legge italiana prevede che a San Ferdinando di Puglia ci dovrebbe essere un minimo di 15 colonnine per la ricarica delle automobili elettriche, ma, ad oggi, ne abbiamo zero, grazie alla famigerata sollecitudine ecologista dei nostri amministratori.

Il Decreto Legge n.76 del 16/07/2020 (c.d. “Decreto Semplificazioni”) pone all’articolo 57, comma 6, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, l’obbligo a carico dei comuni di dotarsi di una rete di ricarica per veicoli elettrici, attraverso “l'installazione, la realizzazione e la gestione delle infrastrutture di ricarica a pubblico accesso con un numero adeguato di stalli in funzione della domanda e degli obiettivi di progressivo rinnovo del parco dei veicoli circolanti, prevedendo, ove possibile, l'installazione di almeno un punto di ricarica ogni 1.000 abitanti”.

Secondo la normativa, espressa nel Decreto Semplificazioni, il comune di San Ferdinando di Puglia è in ritardo di 10 mesi nella consegna ai suoi cittadini e ai turisti in visita di un numero minimo di 15 colonnine di ricarica per le automobili elettriche. E pensare che l’installazione di queste colonnine viene offerta gratuitamente dall’azienda Be Charge!

Per saperne di più, facciamo un passo indietro.

Esattamente un anno fa — sul gruppo Facebook San Ferdinando di Puglia Open Gov — Uomoplanetario pubblicava una proposta dell'azienda Becharge (anche Enel X offre lo stesso servizio), rivolta agli amministratori di tutti i comuni d’Italia. L’azienda invitava i sindaci e gli assessori all’ecologia a farsi avanti e richiedere l'installazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche nella propria città.

Il tutto senza oneri per le casse dei comuni, perché l'azienda si sarebbe fatta carico di tutti i costi necessari alla fornitura, installazione, gestione e manutenzione delle colonnine di ricarica per tutta la durata del Protocollo d’Intesa, compresi anche i costi per l’allaccio alla rete elettrica.

La proposta di Becharge alle amministrazioni comunali.

Becharge allegava a questo link un kit di documenti in “bozza”, per facilitare al massimo il compito dei sindaci e degli assessori all’ecologia, fornendo loro la cosiddetta “pappa pronta”:

1. Manifestazione d’interesse.

2. Bozza di delibera comunale per approvare la proposta di Becharge (già utilizzata da molti comuni in Italia).

3. Bozza di protocollo d’intesa da sottoscrivere tra il comune e Becharge.

4. Presentazione societaria.

5. FAQ.

Quale migliore occasione, allora, per adempiere agli obblighi di legge a costo zero?

È trascorso più di un anno da quel post e dal comune di San Ferdinando di Puglia, in merito alla proposta di Becharge, non si sono registrati segnali di vita.

Insomma, la legge italiana impone ai comuni di installare colonnine di ricarica, Becharge o ENEL X avrebbero fatto tutto il lavoro gratis (l’offerta è ancora valida), il posto c’era (la grande area adibita a parcheggio antistante l’Auditorium dell’Istituto Superiore “Michele Dell’Aquila”), è mancata solo la volontà politica.

Se i dati riferiscono di un trend in continua ascesa della mobilità elettrica, gli amministratori dovrebbero chiedersi dove caricheranno le loro automobili elettriche i viaggiatori di passaggio, i turisti o gli emigrati sanferdinandesi mentre sono in ferie nella nostra città, considerando che né a San Ferdinando di Puglia, né a Trinitapoli, né a Margherita di Savoia ci sono colonnine di ricarica. Le infrastrutture di ricarica delle automobili elettriche rendono attrattiva la città per i proprietari di BEV in viaggio, a vantaggio di chi ospita e delle attività commerciali.

PARCHEGGIARE SOTTO I KILOWATT VERDI

Un modo intelligente per rendere “virtuose” le aree di sosta e incentivare l'uso e la diffusione delle automobili a trazione elettrica, consentendo una copertura infrastrutturale minima, è quello di realizzare delle Eco-Aree attrezzate per la ricarica delle automobili elettriche con pensiline fotovoltaiche a copertura dei parcheggi.

Il progetto “pensiline fotovoltaiche” è un servizio alla cittadinanza, ad alto contenuto ecologico, che non comporterebbe spese per il comune, dato che gli impianti sarebbero affidati in concessione per 15 anni ad un’azienda privata. Il comune riceverebbe dall’azienda un compenso economico per la concessione, col quale potrebbe finanziare ulteriori interventi in materia di efficienza energetica.

Tesla Supercharger con pensiline fotovoltaiche.

PIANO PER L’ELETTRIFICAZIONE DEI VEICOLI COMUNALI

L’automobile elettrica è un computer su quattro ruote che consente di viaggiare con l’energia del sole e costituisce un elemento cardine della transizione ecologica.

Chi amministrerà la città di San Ferdinando di Puglia dovrebbe prevedere la migrazione della flotta di autovetture comunali alla tecnologia full-electric.

SOLE, VENTO E BATTERIE DI ACCUMULO

Con il Green deal e con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 (PNIEC) l’Europa e l’Italia hanno dichiarato la strategia per aumentare l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.

L’obiettivo ultimo è l’indipendenza energetica dell’Europa e dell’Italia dall’energia fossile. Anche San Ferdinando di Puglia deve al più presto incamminarsi verso questo traguardo, e farlo in fretta. In precedenza abbiamo sottolineato il potenziale produttivo dell’energia eolica sul nostro territorio, che andrebbe affiancato ad una grande diffusione di impianti fotovoltaici sui lastrici solari delle case private.

Non molti sanno che la Terra riceve ogni ora dal sole abbastanza energia da coprire il fabbisogno energetico mondiale per un anno intero.

San Ferdinando di Puglia ha un’irradiazione solare giornaliera media per m2 di 5,3 kWh/giorno. La superficie complessiva dell’agglomerato urbano riceve ogni giorno dal sole energia pari a 10.955.100 kWh/giorno. Considetato che il consumo di energia elettrica di un cittadino sanferdinandese è di 2.668 kWh/anno, la nostra città necessita ogni anno di 36,64 GWh di energia elettrica.

Se l’intera superficie dell’agglomerato urbano fosse coperta da pannelli fotovoltaici, sarebbero sufficienti 3,5 giorni di irradiazione solare per coprire il fabbisogno energetico di San Ferdinando di Puglia per un anno intero.

Il futuro senza fossili delle città si può immaginare come basato su reti intelligenti e su energia proveniente da fonti rinnovabili. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Comunication, a seconda del paese, l’eolico e il fotovoltaico sarebbero sufficienti a coprire dal 71% al 91% dei bisogni energetici di una nazione. Per la restante parte è necessario ricorrere all’accumulo energetico distribuito, utilizzando la grande capacità di immagazzinamento di energia elettrica tramite batterie di accumulo.

Render di una casa autonoma con impianto fotovoltaico, pompa di calore, batteria di accumulo e automobile elettrica.

DISCARICA COMUNALE FOTOVOLTAICA

Riqualificare l’ex discarica abusiva di San Ferdinando di Puglia rendendola “virtuosa” con la realizzazione di un grande impianto fotovoltaico. La realizzazione del progetto non comporterebbe spese per il comune, perché l’impianto sarebbe affidato in concessione per 20 anni ad un’azienda privata. Il Comune riceverebbe dall’azienda un compenso economico per la concessione.

ADERIRE ALLA CAMPAGNA “M’ILLUMINO DI MENO”

Il 12 febbraio 2020, con lettera indirizzata ai sindaci d’Italia, il presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Antonio Decaro, Sindaco di Bari, ha invitato i sindaci ad aderire alla sedicesima edizione di “M’Illumino di meno”, una campagna ecologista promossa dal programma di Rai Radio 2 “Caterpiller”. L’adesione consiste nell’impegno a spegnere per la sera/notte dell’11 marzo di ogni anno le luci dei luoghi significativi e dei monumenti delle città e a piantare un albero entro fine marzo.

Ad oggi, nella nostra città non v’è traccia di questa bellissima iniziativa simbolica e motivazionale per la cittadinanza. Ma c’è sempre tempo per rimediare.

COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI (CER)

Biccari (Foggia) Impianto fotovoltaico della comunità energetica.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è lo strumento che il Governo si è dato per sostenere la ripresa dell’Italia, dopo la crisi legata alla pandemia da Covid-19. Il Piano, che rientra nel programma europeo di ripresa post pandemica Next Generation EU, è organizzato secondo uno schema che focalizza la sua attenzione su sei punti. Al secondo punto il Piano prevede la messa in atto di strategie tese a favorire la “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. In particolare, il Governo mette a disposizione del Paese 2,2 miliardi di euro da investire in favore dello sviluppo di Comunità Energetiche.

Le Comunità Energetiche rientrano in un quadro di possibilità delineato dal Clean Energy for all Europeans Package e dalle direttive europee 2018/2001 e 2019/944.

In particolare, la direttiva 2018/2001/UE, nota come RED II e recepita dall’Italia con la Legge n.8 del 28 febbraio 2020, consente l’effettiva costituzione di Comunità Energetiche (CER).

Le CER sono una mirabile opportunità di intrecciare insieme ecologia, risparmio economico e solidarietà.

Attraverso le CER, ogni cittadino può, insieme ad altri, costituirsi come soggetto giuridico per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso impianti installati in loco, utilizzarla e gestire quella che non si consuma.

Lo sa bene Gianfilippo Mignogna, il sindaco vulcanico di Biccari (Fg), pioniere delle CER, che ha voluto dare ai cittadini del suo comune la possibilità concreta di diventare, “prosumatori” di energia rinnovabile. In questo modo, alcuni cittadini di Biccari, da semplici consumatori di energia elettrica, sono divenuti attori protagonisti del processo di produzione energetica, poiché ora hanno un impianto che consente loro di produrre energia, consumare quella di cui necessitano e immettere in rete la restante.

Questo processo, oltre alle ricadute positive sull’ambiente, consente ai cittadini di risparmiare sulla bolletta elettrica. In questo modo, il sindaco Mignogna ha ottenuto tre scopi: favorire la transizione ecologica, ridurre la povertà energetica e sostenere le dinamiche relazionali della sua comunità.

A San Giovanni a Teduccio (Na), due enti filantropici, insieme a Legambiente Campania, hanno fondato la  Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est, avendo in mente due obiettivi.

Il primo obiettivo, di natura socio-educativa — in un quartiere disagiato, segnato dalla presenza della criminalità organizzata — mira a formare la comunità sui temi legati alla transizione ecologica. Il secondo obiettivo, di taglio pratico-operativo, è orientato alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in un’ottica comunitaria.

Per produrre energia è stato installato un impianto fotovoltaico sul tetto di uno degli enti coinvolti, la Fondazione Famiglia di Maria. La CER di San Giovanni a Teduccio coinvolge 40 famiglie in difficoltà che utilizzano “energia condivisa”. Quaranta famiglie, dunque, fanno comunità intorno ad un tema importante, quello ecologico, sostengono se stesse, risparmiando sulla bolletta, e contribuiscono in prima persona a quel processo di inversione di rotta teso ad allontanare lo spettro del disastro climatico e che chiede a ciascuno di noi un impegno tangibile.

MONITORAGGIO DELLE EMISSIONI DI CO2 DEL TERRITORIO

Come consiglia la Commissione europea, sarebbe opportuno avviare un programma di monitoraggio sistematico delle emissioni di CO2 prodotte a San Ferdinando di Puglia. Il percorso che porta alla carbon neutrality di una città presuppone che, all’inizio del processo di “guerra” alla CO2, si premetta un attento e costante monitoraggio per stimare, con la migliore approssimazione possibile, le emissioni di gas serra prodotte dal territorio.

L’esempio a cui ispirarsi è quello del comune di Grosseto, che nel 2021 ha effettuato, in collaborazione con l’Università di Siena, una mappatura delle emissioni di CO2 prodotte sia dalle attività del comune che dal territorio.

UN PARCO EOLICO SUL TERRITORIO COMUNALE

Biccari (Foggia) Generatore eolico.

L’eolico è la fonte energetica più importante per affrontare il surriscaldamento globale. A parità di energia prodotta, l’eolico occupa molto meno spazio degli impianti fotovoltaici.

Una singola rotazione di una pala eolica produce una quantità di energia sufficiente al fabbisogno energetico di una famiglia per un giorno. La legge europea sul clima prevede che l’Europa diventi il primo continente al mondo ad impatto zero entro il 2050. Per centrare questo obiettivo, un grande contributo sarà offerto proprio dall’energia eolica a terra e offshore.

Ogni comune italiano con un territorio a vocazione eolica dovrebbe già da tempo essere dotato di un parco eolico. San Ferdinando di Puglia è uno di questi.

Pochissimi probabilmente sanno che la provincia BAT, amministrata da un governo di centro-destra, per ben due volte, nel 2011 e nel 2013, rigettando due progetti di parco eolico da realizzarsi sull’agro di San Ferdinando di Puglia, ha operato un harakiri ecologico ed economico ai danni del bilancio del comune di San Ferdinando di Puglia e della nostra economia agricola in crisi.

Nel 2011, il Rapporto di Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) della provincia BAT bocciava il progetto di un parco eolico, da costruirsi nell’agro di San Ferdinando di Puglia, composto da 22 aerogeneratori della potenza complessiva di 44 MW, mentre nel 2013, con le stesse conclusioni, bocciava un secondo progetto di parco eolico di 3 aerogeneratori della potenza complessiva di 9 MW.

Le motivazioni del rigetto erano ideologiche, fuori dal tempo e in stridente contrasto con le necessità ecologiche globali e con quelle economiche della nostra città.

Ecco in sintesi le motivazioni del rigetto:

• Nella zona dove sarebbe sorto il parco eolico vi sono alcune masserie sottoposte a tutela. Alcune pale eoliche sarebbero sorte a distanze inferiori a 270 metri da alcune masserie potenzialmente frequentabili (foto 1 e 2).

• Il parco sarebbe stato totalmente visibile sia da Canosa di Puglia che da San Ferdinando di Puglia (impatto visivo).

• La disposizione delle pale eoliche avrebbe fatto sì che un osservatore posizionato nel comune di San Ferdinando di Puglia percepisse un effetto barriera esteso per un angolo di circa 60° (foto 3).

• La metà degli aerogeneratori sarebbe ricaduta all’interno di vigneti, una torre eolica in un frutteto, e le rimanenti su seminativi.

• Il parco eolico si sarebbe trovato nelle immediate vicinanze del fiume Ofanto, nei pressi del quale è acclarata la presenza di specie ornitologiche di pregio. Sarebbe stata, pertanto, presumibile una possibile interferenza tra gli aerogeneratori e le rotte dei volatili (gheppio, merlo, tordo bottaccio, fringuello e pettirosso).

• Le pale eoliche sarebbero risultate visibili dal sito archeologico-storico di Canne della Battaglia. Avrebbero indotto, dunque, una “perturbazione” su una “visuale storicizzata” (foto 4).

Per il principio di “precauzione” il progetto fu bocciato.

La ditta costruttrice del progetto offriva due alternative alla realizzazione di nessun parco eolico:

1. Realizzazione di un parco eolico con un minor numero di aerogeneratori.

2. Realizzazione di un parco eolico con aerogeneratori di dimensioni più piccole.

Anche l’offerta di alternative fu rigettata dalla Provincia BAT. Quindi, non era il numero degli aerogeneratori, né le loro dimensioni a costituire il problema, visto che due anni dopo fu rigettato anche un secondo progetto che prevedeva la costruzione di soli 3 aerogeneratori. Evidentemente è stato un ostacolo ideologico a determinare un rifiuto a priori.

Nei documenti ufficiali della provincia BAT, che con tanta superficialità rigettava due progetti di parco eolico a San Ferdinando di Puglia, non si fa alcun cenno al fatto che in Puglia, all’epoca dei fatti, il 63,6% dell’energia elettrica prodotta proveniva dalla combustione di enormi quantità di carbone della mega centrale termoelettrica “Federico II” di Cerano (Br), della potenza di 2.640 MW.

Nei documenti ufficiali della provincia BAT non si fa alcun cenno al devastante impatto ecologico e sanitario per i cittadini di Brindisi della centrale di Cerano, una delle più inquinanti d’Europa, da cui anche San Ferdinando di Puglia attinge energia elettrica.

Siamo nell’era dell’estinzione, la crisi climatica sta prendendo l’umanità a sberle e in modo miope la provincia BAT si è preoccupata di tutelare ruderi di masserie abbandonate, piatti panorami agricoli e visuali storicizzate per preservarli dal contagio della modernità, mossa solo dal principio egoistico del “Not in my backyard” (“Non nel mio giardino”). Nessuno, tra burocrati e politici, si è preso lo scomodo di riflettere sul fatto che, nel corso della storia, il paesaggio si sia sempre trasformato e sempre si trasformerà.

L’ideologia conservatorista che ha ispirato i documenti della provincia BAT sul parco eolico ha operato nel territorio di San Ferdinando di Puglia un harakiri ecologico ed economico perché:

1. Ha ostacolato l’inizio di una politica locale di lotta alla crisi climatica e procrastinato a tempo indeterminato l’autosufficienza energetica del Comune di San Ferdinando di Puglia e la sua uscita dalle fonti fossili.

2. Ha privato il Comune di San Ferdinando di Puglia degli incassi delle royalty annuali sulla produzione di energia elettrica da eolico, secondo i seguenti calcoli:
22 turbine eoliche da max 2 MW di potenza
• Ore di funzionamento medio eolico per anno: 2.500
• Ore di funzionamento minimo eolico per anno: 1.600
Calcolo produzione di una pala eolica da 2 MW con ore di funzionamento medio (2.500 ore/anno):
• 2.000.000 W x 2.500 ore/anno = 5.000.000.000 Wh/anno = 5.000.000 KWh/anno
• All’Azienda produttrice vanno 5.000.000 KWh/anno = 5.000 Mw x € 135/Mw = € 675.000/anno
Al Comune vanno:
• con royalty minima (1,5% del fatturato annuo) € 10.125/anno a pala x 22 pale = € 222.750/anno x 20 anni = € 4.455.000
• con royalty media (2,5% del fatturato annuo) € 16.875/anno x 22 pale = € 371.250/anno x 20 anni = € 7.425.000
• con royalty massima (5% del fatturato annuo) € 33.750/anno x 22  pale = 742.500 x 20 anni = € 14.850.000
Calcolo produzione di una pala eolica da 2 MW con ore di funzionamento minimo (1.600 ore/anno):
• 2.000.000 W x 1.600 ore/anno = 3.200.000.000 Wh/anno = 3.200.000 KWh/anno
• All’Azienda produttrice vanno 3.200.000 KWh/anno = 3.200 Mw/anno x € 135/Mw = € 432.000/anno
• Al Comune vanno:
• con royalty minima (1,5% del fatturato annuo) € 6.480/anno x 22 pale = € 142.560/anno x 20 anni = € 2.851.200
• con royalty media (2,5% del fatturato annuo) € 10.800/anno x 22 pale = € 237.600/anno x 20 anni = € 4.752.000
• con royalty massima (5% del fatturato annuo) € 21.600/anno x 22 pale = 475.200 x 20 anni = € 9.504.000

In tempo di crisi economica e di scarse risorse finanziarie a disposizione dei comuni, se il comune di San Ferdinando di Puglia avesse potuto disporre di un introito annuale, secondo il calcolo della royalty minima, di 142.560 euro/anno per un totale di 2 milioni e 851 mila euro in vent’anni, avremmo potuto beneficiare di ulteriori risorse economiche da destinare a progetti utili per la collettività.

È quello che è successo nel comune di Firenzuola, dove sono state installate 17 turbine eoliche per una potenza totale di 13 MW. Il comune di Firenzuola guadagnerà circa 3,4 milioni di euro in vent’anni. Se poi gli amministratori comunali si dimostrano dei buoni manager possono spuntare, all’atto della firma del contratto con la ditta costruttrice, condizioni ancor più vantaggiose. Il comune di Alberona ha ottenuto, in aggiunta alle royalty annuali un versamento una tantum di 1 milione 250 mila euro e 10 mila euro annuali per “progetti ecologici e sociali”.

3. Il parco eolico avrebbe coniugato il risparmio delle risorse naturali e un minore impatto carbonico della nostra città con lo sviluppo economico. Con l’approvazione del parco eolico, 22 aziende agricole sanferdinandesi avrebbero incassato un corrispettivo annuale, per singola pala eolica, di circa 8.500 euro. I nostri agricoltori hanno visto sfumare l’opportunità di guadagnare 3.740.000 euro in 20 anni. Per l’economia agricola in crisi sarebbe stata una bella boccata d’ossigeno.

L’Italia ha l’obiettivo, da qui al 2030, di installare almeno 72 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili. Attualmente, sono bloccate dalla burocrazia richieste di autorizzazione per l’allaccio di 95 GW di nuovi impianti eolici e fotovoltaici.

Questo significa che l’Italia, senza gli intralci della burocrazia, ha sicuramente la possibilità di raggiungere gli obiettivi europei di transizione energetica al 2030. L’iter burocratico per l’autorizzazione di un impianto eolico può arrivare anche a 6 anni. Questi tempi autorizzativi così lunghi non sono compatibili con il conseguimento degli obiettivi climatici europei.

Spesso i progetti di parchi eolici restano bloccati dalla soprintendenza con rifiuti a priori, anche nel caso di impianti ben integrati nel territorio. Il parco eolico offshore di Taranto è stato bloccato per 12 anni dalla soprintendenza per un impatto visivo. Di fronte al problema della crisi climatica ed energetica che sta già travolgendo l’Italia e il mondo, opporre obiezioni di questo tipo significa minare seriamente la capacità dell’Italia di adempiere gli impegni sottoscritti con l’Accordo di Parigi.

Non ci resta che osservare con tristezza il palo anemometrico, che in questi anni ha raccolto i dati di ventosità dell’agro di San Ferdinando di Puglia, a simboleggiare la grande occasione perduta.

Egregio candidato, il comune di San Ferdinando di Puglia non ha approvato, in forma singola o associata tra i comuni confinanti, il PRIE (Piano Regolatore per l’installazione di Impianti Eolici), ai sensi dell’art. 4 del Regolamento della Regione Puglia n. 16 del 4/10/2006. Se il nostro comune si fosse dotato del PRIE, avremmo avuto uno strumento di valutazione per identificare con certezza “le aree non idonee” all’installazione degli aerogeneratori, in modo da “razionalizzare e semplificare le procedure autorizzative”.

I PRIE dei comuni di Trinitapoli e Cerignola sono già in avanzato stato di studio e prossimi all’approvazione. Cosa stiamo aspettando?


Nota

1. Dati forniti dalla Deloitte Italy.

Scarica il programma 👉 https://cutt.ly/7SQFYsV

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