Lettera aperta alla Sindaca di San Ferdinando di Puglia
Gentile Sindaca Arianna Camporeale,
per una valutazione critica e oggettiva, fondata sui fatti e non sui pregiudizi, dell’operato di un’amministrazione comunale credo sia opportuno attendere i primi cento giorni di mandato. Tuttavia, in presenza di una vistosa anomalia consumata alla partenza, mi vedo costretto a porle alcune domande e a esternarle le mie preoccupazioni.
Da un’analisi comparativa del Programma elettorale di Città futura e delle Linee programmatiche e di mandato, approvate dalla Giunta il 23 giugno 2022, balza agli occhi, in modo fin troppo appariscente, l’eliminazione dell’impegno locale per il contrasto del surriscaldamento climatico.
Il cittadino che legge le Linee programmatiche può dedurre che per “Città futura” la crisi climatica, ossia il problema dei problemi, la madre delle catastrofi presenti e future, semplicemente non esiste. Anzi, per dirla meglio, durante la campagna elettorale la crisi climatica esisteva ed era una questione prioritaria. Dopo le votazioni, in men che non si dica, l’emergenza climatica è evaporata dalle priorità politiche locali, senza lasciare traccia; fatta eccezione per la volontà di piantare alberi, che alla luce di quanto emerso è ormai tutta da verificare.
Egregia Sindaca, qual è la motivazione politica che ha portato la sua Giunta a cancellare con un colpo di spugna i punti più qualificanti ed attuali in campo ambientale contenuti nel programma amministrativo di “Città futura”?
Perché, come in un gioco di prestigio, sono scomparsi dalle Linee programmatiche la dichiarazione di emergenza climatica, il fotovoltaico sugli edifici pubblici, le colonnine per la ricarica delle automobili elettriche, il parco eolico e il mini eolico urbano, le comunità energetiche, le automobili elettriche della Polizia locale, il bus elettrico e il PRIE, il piano regolatore per l’installazione di impianti eolici?
C’è una profonda frattura tra quanto scritto nel programma e quanto si ha intenzione di realizzare a San Ferdinando di Puglia. Stride, inoltre, la sua volontà di costruire una “fontana del carciofo” in mezzo alla drammatica crisi idrica italiana e mondiale. Non le sembra fuori dal tempo e inopportuno anche solo pensare di costruire una fontana ornamentale, quando in Italia e nel mondo si assiste alla corsa dei comuni a chiudere le fontane per evitare inutili sprechi d’acqua?
Il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera” sembra sia stato applicato al contrario dalla nuova amministrazione comunale. La mia preoccupazione è di assistere a 5 anni di déjà vu.
Da oltranzista della speranza e da ottimista cronico mi ero illuso che bastasse cambiare qualche volto e scrivere un programma leggermente più ambizioso della media per avviare, finalmente, un cambiamento di rotta. Questa illusione e questa speranza sembrano essere crashate nel giro di 17 giorni. Un record!
Ieri ci lamentavamo dei procrastinamenti e delle politiche retrograde del Governo Draghi sul clima. Da oggi dobbiamo rivolgere addebiti di inadeguatezza politica sulle questioni ambientali anche alla nostra amministrazione comunale?