Ma quale razzismo, è aporofobia!
La patologia che affligge la maggioranza degli italiani non è razzismo. Si chiama aporofobia, ovvero la paura dei poveri. Come tutte le paure, l’aporofobia è irrazionale. Ingigantisce e deforma. L’intolleranza e l’avversione verso i migranti è, in realtà, la paura della loro povertà.
Questa paura si autoalimenta sino ad alterare anche le statistiche ufficiali relative al numero di delitti commessi in Italia, che, al contrario di quanto si possa credere, negli ultimi anni è in costante diminuzione. Solo nel 2018 i crimini sono calati dell’8,3%. La realtà ci dice che l’Italia non è mai stata meno violenta e più sicura di oggi.L’aporofobia distorce anche la percezione delle dimensioni relative alla presenza dei migranti sul nostro territorio. Gli stranieri presenti in Italia sono l’8%, ma la percezione falsata, indotta dall’aporofobia e dalla disinformazione mediatica, deforma il loro numero al 25%.Non è in corso nessuna “invasione”. L’arrivo di migranti sulle nostre coste è ai minimi storici. Rispetto al 2016 è diminuito di quasi 8 volte. Da 539 migranti al giorno del 2016 siamo scesi a 120 nel 2017 e a 71 nel 2018.
Questi dati sono stati persi di vista dai tanti italiani che votano Salvini, mentre continua a crescere la paura per gli immigrati, che, in più sono neri, sono poveri e non sono neppure cristiani. Quindi, perché mai dovremmo aiutarli? Se si convertissero in massa al cristianesimo e divenissero tutti ricchi come Rihanna, potremmo anche pensare di farci ospitare da loro al Grand Hotel e magari farceli amici.
Tutto questo si chiama aporofobia del cattolicesimo sovranista.Evitiamo di cadere vittime delle paure irrazionali, diamo alle cose e ai fenomeni le giuste proporzioni e sviluppiamo robusti anticorpi per contrastare i pensieri e i comportamenti discriminatori.