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Per una Chiesa cattolica fuori dal tunnel

La Chiesa cattolica può essere paragonata ad un organismo in cui si annidano svariare patologie. Alcune persone, in particolare, sono affette da “osteoporosi” spirituale per mancanza di movimento, aria fresca e luce del sole.

E per di più, non hanno alcuna consapevolezza del male che li affligge, perché l’osteoporosi spirituale è asintomatica. Ma prima o poi l’ossatura del loro mondo asfittico e paralitico crollerà sotto il peso dei loro monumentali errori. Sempre più fedeli, e sempre più giovani, voltano le spalle alla Chiesa, le liturgie domenicali si svuotano di giovani e nella nostra città (San Ferdinando di Puglia) sono iniziati i primi atti formali di sbattezzo, cioè la richiesta di cancellazione del proprio nome dal registro dei battezzati della parrocchia. C’è di che interrogarsi e preoccuparsi. La strada delle riforme della Chiesa sarà molto lunga e ardua. L’istituzione continuerà a resistere alle istanze di riforma proposte dai laici, dai sacerdoti e teologi critici. Per quanto tempo ancora i cortigiani locali e i loro lacchè, ostinatamente arroccati in difesa dei loro privilegi e dello status quo, potranno soffocare le legittime richieste di riforma della Chiesa e delle dinamiche parrocchiali avanzate dagli spiriti più creativi e critici? Credo proprio che la Chiesa universale e locale abbia urgente bisogno di un “trattamento sanitario obbligatorio”.

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