Città verde
Elezioni Amministrative, San Ferdinando di Puglia, giugno 2022. Dalla proposta di programma politico consegnata ai candidati delle coalizioni in lizza.
Sarebbe del tutto inutile affrontare l’argomento relativo al verde pubblico senza prima citare una frase contenuta nel programma politico della coalizione denominata “Costruiamo insieme”, a pagina 11: “[…] a partire dal verde pubblico, ormai talmente consistente in città (nonostante il recente selvaggio abbattimento di decine di Pini nel nostro Centro Storico) da doversi considerare una componente urbana di definizione del nostro territorio non più prescindibile”.
Un’affermazione approssimativa, che può essere attribuita all’uomo della strada, ma non a un politico, che dovrebbe fondare il suo pensiero non sulle percezioni individuali, bensì su numeri e dati.
Se un forestiero leggesse la frase in questione, immaginerebbe che San Ferdinando di Puglia sia una Curitiba in miniatura, ossia un piccolo paradiso verde che riproduce in Italia la città nel Sud del Brasile che, con i suoi 55 m2 di verde per abitante, è la città più verde del mondo.
I dati, invece, ci dicono che il verde pubblico per abitante a San Ferdinando di Puglia è di soli 6,7m2, decisamente al di sotto del minimo dei 9 m2 di verde pubblico pro capite previsti dalla legge.
San Ferdinando di Puglia è una città che si presenta come un insieme cementizio di case ammassate, secondo lo schema geometrico degli accampamenti militari romani, con strade strette e senza verde. Il poco verde presente in città è senza qualità e mal distribuito.
Il verde urbano che manca
Nonostante gli indubbi vantaggi ecologici ed economici dovuti alla presenza di verde urbano, vi sono ancora troppe città italiane con una dotazione di verde pubblico alquanto insoddisfacente.
I dati ISTAT evidenziano le eccellenze del Nord-Est, con una media di 51 m2 di verde urbano pro capite, ma anche la situazione preoccupante di moltissime città italiane, ben al di sotto della media nazionale (31 m2 pro capite), che non riescono a raggiungere neanche i 9 m2 di verde pubblico pro capite previsti dalla legge.
Pur essendo la media dei comuni del Sud Italia di 42,5 m2 di verde urbano per abitante, il comune di San Ferdinando di Puglia mette a disposizione dei suoi cittadini solo 6,7 m2 pro capite di verde pubblico. Gli fanno compagnia altri comuni pugliesi, tra cui Foggia (8,3 m2), Bari (7,8 m2) e Barletta (6,7 m2), che non fanno molto meglio, mentre i Comuni di Trani (3,5 m2) e Taranto (3,1 m2) riescono a fare addirittura peggio.
Partendo da questa situazione, per rigenerare il paesaggio urbano è importante, per prima cosa, interrogarsi sulla città del futuro, mettere in crisi e rivoluzionare la tipologia tradizionale di verde pubblico del secolo scorso, che ha prodotto nello spazio urbano aree verdi rarefatte, circondate da grandi spazi cementificati e inospitali.
Il Piano del verde
Il surriscaldamento climatico impone la necessità, sempre più impellente, di una (ri)progettazione urbanistica verde e una gestione degli spazi che rendano prioritarie le soluzioni alla crisi climatica basate sulla natura.
Le idee alla base dei piani urbani del verde, approvati in numerose città italiane ed europee sono quelle a seguire:
1. Con il surriscaldamento climatico, una città cementificata diventa invivibile.
La soluzione di adattamento/mitigazione consiste nel creare aree verdi e piantare alberi ovunque sia possibile.
2. Il verde e gli alberi sono importanti per proteggere i cittadini dalle ondate di calore e dalle piogge torrenziali.
3. Le alberature producono ombra e un effetto rinfrescante sulle strade urbane, fino a 4 gradi. Perché si produca un effetto di raffreddamento è importante optare per alberi con una corona di grandi dimensioni che forniscano ombra sufficiente.
4. Gli alberi sono la tecnologia più efficiente e affidabile per sequestrare la CO2 dall’aria delle città e per mitigarne l’impatto climatico in modo semplice, poco costoso e “naturalmente high-tech”.
5. Destinare ogni anno un budget municipale al nuovo verde pubblico. Gli investimenti nel verde urbano forniscono diversi vantaggi per il benessere sociale, la salute e la sicurezza dei cittadini contro le ondate di calore.
6. Creare un nuovo framework, basato sul ripensamento del concetto di verde pubblico, così com’è stato pensato negli ultimi 50 anni, e la progettazione del verde urbano, ben strutturato e curato, secondo standard elevati.
7. Gli alberi e il verde pubblico aumentano la biodiversità della città e contribuiscono a rendere più attraenti le strade.
8. Progettare strade, aree verdi e parchi con quanto più verde possibile. Sbloccare la grande pressione sullo spazio pubblico in favore del verde, rimuovendo asfalto e parcheggi, ispirati dal principio “creare nuove zone verdi, a meno che”.
9. Collegare tra loro gli spazi verdi attraverso corridoi verdi e ricchi d’ombra, dotati di percorsi pedonali e ciclabili.
Ma cosa farà il Consiglio comunale di San Ferdinando di Puglia dal 2022 al 2050 per rendere la città più verde e resiliente ai morsi della crisi climatica?
Crediamo sia urgente un cambio radicale di mentalità nella politica e nella cittadinanza sul valore del verde urbano, come anche sulla qualità e quantità necessarie e desiderabili.
L’obiettivo auspicabile al 2050 è quello di creare a San Ferdinando di Puglia una foresta urbana, con l’aggiunta di 14mila nuovi alberi, uno per ogni cittadino.
Le premesse locali non sono incoraggianti. Ecco un esempio tratto dalla storia recente.
Il professor Stefano Mancuso, scienziato neurobiologo vegetale di fama mondiale, nel 2019 ha lanciato la Campagna contro il surriscaldamento climatico denominata “Un albero in più”, con la quale si propone ai cittadini, e in particolar modo alle Pubbliche Amministrazioni, di piantare 60 milioni di alberi, uno per ogni italiano.
Il professor Mancuso ritiene che il modo migliore per opporsi alla minaccia climatica sia sequestrare la CO2, non con il ricorso a costosissime macchine per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, il cui sviluppo è ancora in fase embrionale, ma con le macchine più sofisticate presenti al mondo: gli alberi.
Alla campagna “Un albero in più” ha aderito l’ANCI, il Sindaco di Bari Decaro e molti altri sindaci. Del comune di San Ferdinando di Puglia non v’è traccia.
Anche il Piano del verde, in questi anni, è restato al palo. Non è stato né redatto, né approvato. L’ennesima occasione persa, perché gli amministratori hanno avuto ben altre priorità.
Censimento del verde urbano
La precondizione per redigere e approvare il Piano del verde per la forestazione urbana è la previsione di un censimento delle aree verdi e del patrimonio arboreo e arbustivo presenti sul territorio comunale.
Uomoplanetario un censimento del verde urbano lo ha fatto, in modo informale. I dati sono confluiti nell’infografica della pagina successiva.
Dal censimento emerge che San Ferdinando di Puglia ha un patrimonio arboreo totale di 4.292 alberi, di cui 1.709 pubblici e 2.383 privati. Il rapporto alberi per abitante è di 0,1, se si considerano solo gli alberi pubblici, e sale ad un misero 0,2 alberi per abitante, se si includono anche gli alberi presenti nelle proprietà private.
Per un veloce raffronto consideriamo la città di Cuneo, il comune più verde d’Italia, con i suoi quasi due alberi per abitante, precisamente 190 ogni 100 abitanti.
Alcuni esempi di città green
Egregio candidato, a livello motivazionale può essere utile un breve elenco di città che hanno deciso di avviare un percorso di forestazione urbana.
1. Milano
Il capoluogo lombardo ha attualmente un patrimonio arboreo di 501.252 alberi, di cui 246.683 a carico del comune. Il programma di forestazione urbana prevede la piantumazione di 3 milioni di alberi entro il 2030, ossia un albero per ogni cittadino.
La priorità sarà data alle aree della metropoli che nei mesi estivi registrano le temperature più elevate. Le aree verdi saranno collegate tra loro da corridoi verdi.
Il progetto “Forestami” è ideato e coordinato dall’architetto Stefano Boeri, celebre per aver progettato a Milano i due palazzi noti come “bosco verticale”. Ad oggi, gli alberi piantati sono 248.817. La sfida più grande che ora gli ideatori di “Forestami” si trovano ad affrontare è educativa: persuadere i milanesi dell’importanza della forestazione urbana.
2. Londra
Dal 2016 per le strade della capitale inglese sono stati piantati 280mila alberi.
3. Parigi
Il Sindaco di Parigi Hidalgo ha approvato un piano di forestazione urbana che prevede di piantumare 170mila alberi entro il 2026.
4. Barcellona
L’amministrazione guidata dalla Sindaca Ada Colau ha predisposto un ulteriore piano per migliorare quattro strade nella zona dei superblocchi. La pavimentazione sarà ridotta e l’asfalto verrà eliminato. Al loro posto sorgeranno aiuole verdi con alberi. Le strade saranno definitivamente rese pedonali e ciclabili. L’accesso veicolare sarà permesso solo ai residenti.
5. Le 97 città aderenti alla rete globale dei sindaci C40 si sono impegnate a riservare un terzo della superficie urbana a spazi verdi entro il 2030.
Valorizzare la Giornata nazionale dell’albero
La Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 ha istituito per il 21 novembre la Giornata nazionale dell’albero, per promuovere la cultura del verde, il rispetto della natura, le politiche per la lotta al surriscaldamento climatico, la riduzione delle emissioni inquinanti, la conservazione della biodiversità e il miglioramento della qualità dell’aria in città.
I comuni d’Italia dovrebbero valorizzare questa giornata e mettere a dimora ogni anno decine di alberi per rinverdire strade, parchi e spazi sottoutilizzati.
I dati ISTAT ci dicono che pochi comuni italiani celebrano la Giornata dell’albero e valorizzano l’occasione per la riqualificazione del verde urbano del proprio territorio.
Se il comune di San Ferdinando di Puglia piantasse 10 alberi ad ogni Giornata dell'albero, in 5 anni aumenterebbe sensibilmente la copertura arborea della città.
Piantare un albero ogni nuovo nato
La Legge n.10 del 14 gennaio 2013 obbliga i comuni italiani con più di 15 mila abitanti a piantare un albero per ogni nuovo bambino nato e registrato all’anagrafe.
Entro dodici mesi dalla nascita del bambino, i comuni hanno l’obbligo di piantare un albero in aree di proprietà pubblica e di provvedere ogni anno al censimento degli alberi piantati.
Al termine del mandato, il Sindaco deve effettuare un bilancio del numero di alberi rilevati dalla precedente amministrazione e il numero totale degli alberi sul territorio comunale al termine del proprio mandato.
Per aumentare la copertura arborea urbana sarebbe importante che anche i comuni italiani con meno di 15 mila abitanti si obbligassero volontariamente ad applicare quanto prescritto dalla legge.
Forestazione urbana
Una città immersa nel verde è una realtà ricca e progredita. Il verde pubblico la rende più ospitale, migliora la qualità della vita e il benessere dei cittadini.
Il verde urbano attenua il disagio climatico, crea un microclima confortevole riducendo la temperatura delle città fino a quattro gradi. Una vegetazione delle strade adeguata umidifica l’aria, purifica l’atmosfera dallo smog, assorbe i rumori e favorisce l’equilibrio psichico dell’uomo.
Un nuovo modello di città, basato sui moderni principi di ecologia urbana, necessita, tra le altre cose, di un nuovo modo di concepire il verde pubblico, soprattutto nelle città il cui verde urbano versa in una situazione di grave arretratezza, sia in merito alla sua quantità che alla qualità e accessibilità.
Noi vogliamo un modello di città come Toronto, in Canada, dove le case scompaiono tra gli alberi, e non città in cui gli sterpi soffocano nel cemento e dove solo i cittadini più facoltosi possono godere del verde nelle loro ville private. Una città in cui la strada torna ad essere uno spazio di vita e di relazioni sociali, attraverso misure di moderazione del traffico e forestazione della sede stradale.
L’aumento della quantità di natura nell'ambiente urbano e la costruzione della città-foresta sono due dei possibili obiettivi da raggiungere a San Ferdinando di Puglia.
Come dimostrano le esperienze di molte realtà europee, la rigenerazione urbana permette di restituire alle strade, divenute sempre più inospitali, la loro originaria funzione di incontro e di soggiorno, oggi limitata da un’organizzazione troppo favorevole all’automobile, che monopolizza gli spazi sottratti al verde pubblico.
Per operare la transizione verde delle città è necessaria la capacità di immaginare una strada diversa da quella cementificata e satura di autoveicoli che caratterizza le odierne città.
Il paesaggio urbano ridisegnato con alberature orizzontali, giardini verticali sulle facciate degli edifici, rinverdimento dei tetti e orti comunitari restituisce bellezza alle strade e migliora la qualità dell'aria e della vita degli abitanti di una città.
Con l'arborizzazione e la creazione di infrastrutture verdi, la strada diviene uno spazio a misura d’uomo, multifunzionale, sofisticato e ricco di biodiversità.
Il nuovo design della natura in città prevede facciate verdi sulle pareti esterne degli edifici e grandi vasi di marmo con alberi posizionati lungo la strada che, oltre a restituire bellezza agli spazi urbani, hanno la funzione di ridurre la larghezza della carreggiata e moderare la velocità del traffico automobilistico.
Paesaggio urbano reversibile
La politica di moderazione del traffico offre un’occasione insostituibile per rinaturare le strade urbane e costruire nuove aree verdi nello spazio tra gli edifici, disponendo grandi vasi con alberi in quartieri con strade prive di verde. Questa tipologia di strade verdi crea un paesaggio urbano reversibile, permette di migliorare il microclima urbano e restituisce spazi di socializzazione ai pedoni e ai ciclisti.
No alla capitozzatura degli alberi
Muovendoci in città, soprattutto nel periodo invernale, capita di guardare sgomenti strade e viali con alberi barbaramente potati e deturpati attraverso la capitozzatura, una pratica diffusa, profondamente errata, di gestione del verde pubblico.
L'albero capitozzato è privato quasi totalmente dei suoi rami, lasciato con il solo tronco e i monconi delle branche primarie.
La capitozzatura degli alberi produce effetti implacabili nel medio-lungo periodo.
L’albero perde la sua forma e la sua naturale bellezza, si indebolisce, diviene più vulnerabile alle patologie fungine, viene esposto all’invecchiamento precoce e alla morte di molte radici che, nel tempo, possono compromettere la sua stabilità.
La migliore potatura degli alberi in zone urbane è quella che non viene effettuata, perché ogni taglio, cominciando da quelli praticati in vivaio, cambia “la loro forma naturale: i rami crescono disordinatamente, troppo ravvicinati o troppo distanti l’uno dall’altro e insorgono le malattie”. (Masanobu Fukuoka, botanico)
L’International Society of Arboricolture suggerisce che “nessuna branca o ramo deve essere rimossa senza motivo”. Se proprio è necessario potare un albero, bisogna evitare i grossi tagli e sarà sufficiente la potatura di rimonda per rimuovere i rami secchi, deboli o danneggiati ed effettuare poche potature di rientro dei rami che possono risultare pericolosi per persone, edifici o cose. L'intero intervento di potatura non dovrà mai rimuovere più di 1/3 della chioma.
Ad ogni modo, la capitozzatura o la cimatura degli alberi sono pratiche fortemente sconsigliate, perché indeboliscono gli alberi e li espongono a crolli improvvisi e pericolosi.
Inoltre, le gemme latenti che vengono sollecitate dai grandi tagli producono branche con attaccature superficiali e deboli.
La capitozzatura è diseconomica
Molti amministratori comunali, quando ricorrono alla capitozzatura degli alberi, credono erroneamente di risparmiare sui costi di gestione del verde pubblico. Invece, la pratica della capitozzatura, nel lungo periodo, si rivela diseconomica, perché costringe dopo pochi anni ad intervenire con un altro intervento di potatura e aumenta la possibilità di crollo di grandi rami, rendendo necessari, per la rimozione dei rami caduti, ulteriori interventi e relativi costi.
Assumere arboricoltori professionisti certificati
Per avere la certezza di un buon risultato è indispensabile affidare la potatura degli alberi delle aree urbane ad arboricoltori professionisti certificati dalle associazioni di categoria: l'International Society of Arboriculture (ISA), la Società di Arboricoltura Italiana Onlus (SIA), l’European Tree Worker (ETW) o il Certified Arborist (CA).
I potatori professionisti certificati conoscono la teoria scientifica e le migliori tecniche per effettuare una corretta potatura, utilizzando le giuste attrezzature e l'equipaggiamento idoneo per lavorare in sicurezza.
- Elenco arboricoltori S.I.A. con certificazione ETW in Italia
- Certified European Tree Workers in Italia
- Certified European Tree Technicans in Italia
Scarica il programma 👉 https://cutt.ly/7SQFYsV