La strategia di mitigazione del surriscaldamento globale

Reinventare la città al tempo della crisi climatica

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Reinventare la città al tempo della crisi climatica 〰️

Strategia di mitigazione del surriscaldamento globale

Elezioni Amministrative, San Ferdinando di Puglia, giugno 2022. Dalla proposta di programma politico consegnata ai candidati delle coalizioni in lizza.

Oggi il 66% della popolazione mondiale, più di 5 miliardi di persone, abita nelle città, che consumano il 60% dell’energia e l’80% delle risorse naturali, producono il 50% dei rifiuti ed emettono il 75% dei gas serra.

È di tutta evidenza che ogni nostro sforzo per ridurre le emissioni climalteranti deve partire necessariamente dalle città.

La logica della prevenzione delle future emissioni è l’unica terapia possibile per rallentare la crisi climatica. 

Egregio candidato, il programma politico che andrà a redigere, insieme ai suoi compagni di lista, dovrebbe contenere un capitolo relativo alla mitigazione della crisi climatica, al fine di indirizzare San Ferdinando di Puglia verso la decarbonizzazione e il conseguimento dell’obiettivo europeo della neutralità climatica al 2050.

I fondi erogati dal Green deal europeo spalancano per gli enti locali opportunità uniche, che difficilmente si ripresenteranno in futuro.

Ci si augura che anche nella nostra città si predisponga un piano per un drastico taglio delle emissioni di CO2 e una decisa transizione energetica.

Le indicazioni della scienza sono chiare e inequivocabili. Non c’è tempo per “aspettare e vedere”. Sarebbe un grave errore, come sarebbe errato sovrastimare i costi della transizione ecologica, minimizzando al contempo i costi futuri.

Gli investimenti annuali per decarbonizzare l’Italia si aggirano intorno allo 0,7% del PIL. Nel 2043 i vantaggi economici degli investimenti green supererebbero i costi, e nel 2070 l’economia decarbonizzata creerebbe 470 mila posti di lavoro, con una crescita annuale del 3,3% del PIL.

I costi iniziali della transizione ecologica sono ben poca cosa se raffrontati al costo del non fare nulla per rallentare il cambiamento climatico.

Fra 50 anni, la catastrofe climatica, con un pianeta più caldo di 3 gradi, graverebbe sulle finanze degli italiani di 1,2 trilioni di euro, con una perdita di 21 milioni di posti di lavoro. (1)

La strategia di mitigazione del surriscaldamento globale, declinata a livello municipale, prevede di rivoluzionare, in circa 28 anni, la vita dei cittadini sanferdinandesi: il modo in cui illuminano, riscaldano e rinfrescano le loro case, refrigerano il cibo, si muovono in automobile e in bicicletta, camminano per le strade e vivono la città.

Per orchestrare questi cambiamenti epocali, la politica può attingere al consueto cassetto degli attrezzi a disposizione di un amministratore pubblico, cominciando con le progettualità che si è in grado di realizzare, al netto di una normativa italiana, spesso inadeguata e lacunosa.

In soccorso dell’amministratore motivato e aperto al cambiamento arriva una miriade di buone pratiche già realizzate in altri comuni italiani ed europei, che possono essere replicate sul proprio territorio
Qualora non fosse possibile reperire nell’organico comunale il know-how richiesto per un determinato progetto, il Piano per la Ripresa e Resilienza (PNRR) finanzia con 420 milioni di euro l’assunzione, a tempo determinato, da parte delle Regioni, di professionisti ed esperti con le giuste competenze del caso. I comuni potranno richiedere alle Regioni l’intervento di questi esperti a seconda delle esigenze.

LA RIVOLUZIONE ENERGETICA

La questione energetica è al centro della politica di riduzione dei gas serra, poiché i due terzi delle emissioni climalteranti sono generate dalla produzione di energia da fonti fossili.

La rivoluzione energetica consiste nel lasciare sottoterra i combustibili fossili e investire massicciamente nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica.

A livello locale, la rivoluzione energetica prevede il passaggio da una produzione di energia fossile, centralizzata e gestita da pochi grandi produttori, all’alternativa dell’energia rinnovabile, decentralizzata e democratica, in cui la produzione energetica è distribuita tra milioni di prosumer (produttori-consumatori). 

Il primo e più grande prosumer a San Ferdinando di Puglia dovrebbe essere il Comune.

È vero, i comuni italiani hanno urgente bisogno di una maggiore copertura legislativa (l’Italia non ha ancora approvato una legge sul Clima) e maggiori finanziamenti sui temi relativi alla lotta alla crisi climatica.

È incontestabile che molte delle politiche di riduzione delle emissioni siano nelle mani dei governi centrali e, quindi, al di fuori del controllo della politica locale. Ma è altrettanto vero che gli amministratori locali, pur potendo fare ciò che è in loro potere e nelle loro disponibilità, troppo spesso nicchiano o, nel peggiore dei casi, si oppongono attivamente al contrasto del surriscaldamento globale.

Egregio candidato, Uomoplanetario pone nelle sue mani il futuro di San Ferdinando di Puglia. Lei può far sì che le indecisioni, i compromessi e la volontà debole dei leader delle nazioni per affrontare l’emergenza climatica non abbiano seguito anche nella nostra città


DICHIARARE L’EMERGENZA CLIMATICA

Il primo passo per avviare la transizione ecologica a San Ferdinando di Puglia si concretizza con la dichiarazione di emergenza climatica in Consiglio comunale, già formalizzata dal Parlamento europeo, da 34 nazioni, tra cui l’Italia, e da 2011 municipalità.

Con la dichiarazione di emergenza climatica in Consiglio comunale, la crisi climatica assume “un ruolo di massima priorità nell’agenda politica locale”, assegnando all’amministrazione comunale impegni precisi, che possono essere sintetizzati nei punti che elenchiamo di seguito.

Mappa dei comuni che hanno dichiarato l'emergenza climatica

NEUTRALITÀ CLIMATICA AL 2050

Approvare in Consiglio comunale l’obiettivo europeo intermedio di tagliare del 55% le emissioni di gas serra (rispetto alla situazione del 1990) entro il 2035, per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C, in linea con l’Accordo di Parigi.

Stabilire una precisa roadmap, con target vincolanti, per il taglio delle emissioni di CO2 di San Ferdinando di Puglia, pari al 7,6% ogni anno, a partire dagli edifici e dalle attività comunali.

Il fine ultimo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Un obiettivo ambizioso che il Manifesto di Assisi dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) auspica che tutti i comuni italiani possano conseguire.


NOMINARE UN ASSESSORE CON DELEGA PER LA CRISI CLIMATICA

Non si faccia come la Grecia, che ha nominato il Ministro per la crisi climatica, Chrīstos Stylianidīs, solo dopo la serie di incendi devastanti che, nell’estate del 2021, hanno bruciato 116mila ettari di bosco nel sud del Paese, e le terribili ondate di calore, con temperature al di sopra dei 40 gradi. Prevenire è sempre meglio che curare.


DOTARE IL COMUNE DI SAN FERDINANDO DI PUGLIA DI UN PORTFOLIO ENERGETICO 100% RINNOVABILE ENTRO IL 2030

Se non è stato già fatto, sottoscrivere un contratto di fornitura di energia elettrica 100% rinnovabile per la pubblica illuminazione, il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione degli edifici di proprietà comunale.

Avviare il processo di graduale eliminazione del gas naturale per il riscaldamento degli edifici pubblici, che si completerebbe entro il 2035.


AUMENTARE LA COPERTURA FOTOVOLTAICA SUI TETTI DEGLI EDIFICI COMUNALI

I venti di guerra che stanno scuotendo il cuore dell’Europa hanno evidenziato, ancora una volta, la patologica dipendenza dell’Italia dal metano, fornito per il 46,8% dalla Russia, un Paese con un’economia penosa, che vive principalmente dei proventi derivati dalla vendita di petrolio e gas.

I russi esportano nel mondo cinque prodotti: gas, petrolio, grano, concimi chimici e kalashnikov. Quando gli  italiani hanno comprato un prodotto con l’etichetta “Made in Russia”?

La forza militare della democratura presieduta da Vladimir Putin è finanziata dalla vendita di gas e petrolio che da soli coprono il 40% del bilancio federale della Russia.

La volubilità del prezzo di mercato del metano, unita alla dipendenza dell’economia europea dalle fonti fossili, costituisce una delle più gravi vulnerabilità, su larga scala, per il nostro Paese e uno dei più grandi ostacoli alla pace nel mondo.

Oggi, quasi tutti hanno capito che l’emancipazione dell’Italia dal metano e dalle energie fossili non è solo un obiettivo ecologico, ma è manche una lungimirante operazione di pace.

L’exit strategy dal fossile avverrà necessariamente con il passaggio da una produzione centralizzata di grandi quantità di energia prodotta con i combustibili fossili — venduti da varie dittature e democrature — ad una produzione decentralizzata e pacifica di energia rinnovabile, prodotta ovunque.

Le fonti rinnovabili (solare, eolico e geotermico) sono per loro natura democratiche, perché disponibili, in varia misura, dappertutto.

Le energie verdi, se organizzate in microreti e affiancate da sistemi di stoccaggio e backup a batteria, hanno la potenzialità di rendere autosufficienti le città. I sistemi di storage a batteria sopperiscono egregiamente alla produzione incostante e non programmabile di fotovoltaico ed eolico.

Le microreti locali sono flessibili ed efficienti e possono operare in modo indipendente dalla rete elettrica nazionale, subentrando in situazioni di emergenza o in caso di blackout provocati dal cambiamento climatico, il cui rischio per la sicurezza della popolazione è emerso chiaramente nel corso delle ondate di calore mortali che hanno colpito il Canada e gli Stati Uniti nell’estate del 2021.

Oggi l’Italia produce un misero 17,4% di energia da fonti rinnovabili (dati GSE). Per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e sperare di contenere l’aumento delle temperature globali non oltre 1,5°C, rispetto all’era preindustriale, c’è bisogno di aumentare, in tempi rapidi e in modo significativo, la produzione nazionale ed europea di energia rinnovabile.

All’attuale ritmo degli investimenti, l’Europa impiegherà ancora 10 anni per liberarsi dal gas e dal petrolio russi. Se è ovvio che c’è bisogno di aumentare in modo significativo la produzione di energia rinnovabile, ogni città deve fare la sua parte.

Ed è per questo che il comune di San Ferdinando di Puglia può estendere gli impianti fotovoltaici su tutti i lastrici solari sfruttabili degli edifici di proprietà pubblica, aumentando le fonti di approvvigionamento di energia rinnovabile della città. 

Com’è possibile vedere dalle foto satellitari degli edifici pubblici di San Ferdinando di Puglia esistono ancora 5000 m2 di lastrico solare non ancora utilizzato per installare impianti fotovoltaici, che produrrebbero circa 600 kW di energia elettrica.

MINI EOLICO URBANO

Nel mondo, le energie da fonti rinnovabili negli ultimi dieci anni sono cresciute al ritmo del 2,8% e oggi coprono il 9,6% del fabbisogno energetico dei paesi Ocse. La crescita delle energie alternative al carbone, al petrolio e al metano è sostenuta soprattutto dal contributo dell'energia generata dalle grandi turbine eoliche, che sorgono lontano dalle città.

In ambiente urbano, il mini eolico diffuso ha dimostrato di possedere grandi potenzialità produttive, che possono essere sfruttate per aumentare la quota di energia verde prodotta dalle città.

Le mini turbine eoliche urbane possono essere installate sugli edifici pubblici e nei punti delle città ben ventilati.

(Fine prima parte)

Scarica il programma 👉 https://cutt.ly/7SQFYsV

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