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In Italia il “partito” degli ignoranti fa paura

Foto: Unsplash

Il 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2021 fotografa un’Italia in cui una parte importante dei cittadini è affetta da irrazionalità negazionista e cospirazionista. 

Il 5,8% degli italiani crede che la Terra sia piatta (3 milioni), il 5,9% ritiene che il Covid-19 non esista, il 10,9% pensa che il vaccino anti Covid-19 sia inutile, il 19,9% crede che il 5G sia uno strumento tecnologico utilizzato dai poteri forti per controllare le persone. 

Nella migliore delle ipotesi, un minimo di 11,7 milioni di italiani sguazza in un’assurda negazione della realtà. 

Questi numeri dipingono impietosamente la lunghezza, l’altezza e la profondità del fallimento delle varie agenzie educative italiane, ossia la famiglia, la scuola, i mass media e le Chiese cristiane. Sorvolando sulle chiarissime responsabilità delle prime tre agenzie educative, vorrei evidenziare lo stretto rapporto tra cristianesimo e irrazionalità. 

Se ancora oggi i praticanti cattolici continuano a venerare la statua del Bambin Gesù, che rappresenta un neonato palestinese dai tratti ariani, se per duemila anni i cristiani hanno recitato, con fede cieca, un bestemmione contenuto nel Padre nostro (“non ci indurre in tentazione”), senza battere ciglio e senza mai dubitare, gli stessi italiani possono anche essere convinti che la Terra sia piatta o che il 5G ti trasformi in un automa, con la stessa incrollabile fiducia di essere nel vero. È il fallimento della ragione e il trionfo dell’incultura. 

Il Rapporto Censis scoperchia il vaso di Pandora sull’ignoranza e la credulità di una parte, non numericamente irrilevante, del popolo italico. Numeri allarmanti che contengono implicitamente una denuncia della sinergia perversa tra famiglia, scuola, mass media e Chiese cristiane, con la recente aggiunta dei social network, che ha innaffiato con zelo la malapianta del pensiero premoderno, antiscientifico e superstizioso che colpisce un italiano su cinque.

Cui prodest? a chi giova? Nella logica utilitaristica del mantenimento del potere, a tutti i livelli, è più utile un cittadino ignorante, un fedele ignorante della loro versione colta ed emancipata. Questa dinamica di potere è spiegata icasticamente da Lev Tolstoj nel suo libro “Il Regno di Dio è in voi”. “Ricordo di aver assistito un giorno, nella libreria del convento di Optin, alla scelta che faceva un vecchio mugico analfabeta, di alcuni libri religiosi per suo figlio. Un frate gli raccomandava la storia delle reliquie, delle feste, delle apparizioni di immagini, il libro dei Salmi, ecc. Io domandai al vecchio se egli avesse un Vangelo. — No. — Dategli dunque un Vangelo in russo, dissi al frate — Non è adatto per loro, mi rispose egli. Ecco in poche parole tutta l’azione della nostra Chiesa”. 

L’aneddoto riferito da Tolstoj risale al 1893. Da allora, fino all’era precedente l’avvento dei social network, l’ignoranza atomizzata, nutrita di vane chiacchiere nei bar e nelle sale delle parrucchiere era confinata in una bolla di insignificante inconsistenza.

Tutto è cambiato dal 2004, con la creazione di Facebook. Il social network di Mark Zuckerberg diviene il fattore strano, la variabile impazzita che permette agli ignoranti di esprimersi al di fuori delle loro consuete nicchie sociali, fino a raggiungere un pubblico potenzialmente enorme, una platea di milioni di analfabeti funzionali, incapaci di esprimersi correttamente e di comprendere semplici testi e materiali informativi. 

Oggi l’ignoranza che corre sui social network ha superato la massa critica e può essere pilotata in tutto il mondo da furbacchioni di ogni risma, con finalità eversive, da QAnon negli Stati Uniti al neofascismo in Italia. L’anamnesi appare infausta e le dimensioni assunte preoccupanti perché, come scriveva Martin Luther King “nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa”.

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