No al parco eolico off-shore. Nel 2100 finiremo sott’acqua e chissenefrega

Niente parco eolico off-shore al largo delle coste di Manfredonia e di Margherita di Savoia. Il negazionismo climatico pratico ha un volto.

Si è manifestato nella decisione, da parte della politica locale, di bocciare la richiesta presentata dalla Trevi Energy per l’installazione di un parco eolico off-shore al largo delle coste di Manfredonia e Margherita di Savoia. Un identico rifiuto era già stato opposto nel 2008 e nel 2012.

La motivazione politica alla base del rifiuto della concessione demaniale è sempre la stessa: l’impatto paesaggistico.

Nonostante la scienza ci abbia avvertito che fra 82 anni le città di Manfredonia, Zapponeta, Margherita di Savoia e Trinitapoli, a causa del global warming, rischiano di essere inghiottite dal mare Adriatico e i loro cittadini rischiano di diventare dei rifugiati climatici, in nome della “piena coerenza con il passato” una politica letargica e cieca si arrocca dietro l’opinione che le pale eoliche deturpino un paesaggio a vocazione turistica.

Chiudono ancora una vota le porte, con un’ostinazione dettata dall’inconsapevolezza, all’unico futuro possibile: quello che prevede un drastico abbattimento delle emissioni da energie fossili e grandi investimenti nelle energie rinnovabili. Questa politica è parte del problema del ritardo culturale, economico ed ecologico che affligge il Sud Italia. Anzi, è il problema. Per loro i rapporti del Gruppo intergovernativo per il cambiamento climatico (Ipcc) e gli accordi di Parigi non hanno alcun senso.

La Terra è come una “bestia infuriata” che sta reagendo all’inquinamento prodotto dalla mano dell’uomo. Se la politica e l’economia non faranno nulla per invertire la rotta in tempi rapidi, gli scienziati prevedono un aumento della temperatura terreste di 4 gradi entro la fine del secolo. Ciò provocherebbe un’estinzione di massa. In questo scenario catastrofico il livello dei mari potrebbe innalzarsi di centinaia di metri. Quella che potrebbe realizzarsi sarebbe la sesta estinzione di massa sul pianeta Terra.

Di fronte a questo scenario terrificante, con un riscaldamento climatico che avanza ad un ritmo due volte superiore a quello previsto dai climatologi, anziché correre ai ripari questi dinosauri politici non sanno fare di meglio che bocciare il parco eolico off-shore, perché deturperebbe il paesaggio.

Non la pensano così i politici di Copenhagen, la capitale della Danimarca, una nazione leader nelle performance per contrastare il cambiamento climatico, che ha un piano per abbandonare l’energia fossile entro il 2050 e dove l’intero fabbisogno energetico nazionale è coperto dalle turbine eoliche. Evidentemente, per i danesi le pale eoliche non deturpano il paesaggio. A Copenaghen un parco eolico offshore è ben visibile dal centro della città (foto 1).

Constato con profonda amarezza che la politica locale si dimostra estranea al paradigma ecologico e, in piena crisi climatica, continua a sostenere posizioni retrive e conservatrici e a muoversi in controtendenza rispetto a ciò che avviene in buona parte dell'Europa e del mondo.

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