Lezioni sul desiderio, ovvero la supercazzola dei cattolici
Quale miglior modo di “educare” i nostri bambini alla morale sessuale cattolica che portarli alle colonie estive e invitarli ad un volgarissimo ballo di gruppo dall’eloquente titolo “Ciappa cus”?
Era l’anno 2008 e i bambini guidati da un prete abbronzatissimo e un gruppo di animatori inconsapevoli erano quelli dell’Oratorio estivo della parrocchia Chiesa Madre di San Ferdinando di Puglia. Il testo della canzone, ripetuto all’infinito, si esauriva nel titolo ed ed era accompagnato da movenze allusive e inequivoche delle mani che ritmicamente convergevano verso gli organi genitali maschili e femminili: Ciappa cus!
Nelle parrocchie cattoliche ogni fascia d’età prevede uno specifico percorso pastorale e una corrispondente educazione alla morale sessuale cristiana. Dopo aver “educato” i bambini in spiaggia, oggi si è deciso di “educare” al desiderio e alla sessualità anche gli adolescenti, i giovani e gli adulti della parrocchia. Questa volta, durante i giorni della Festa patronale, con un serioso percorso di “Lectio divina” sul desiderio e successivamente con una “Lectio pratica” durante il concerto dal vivo di Anna Tatangelo.
Sul manifesto della Festa patronale 2016 i cittadini hanno letto il programma di Lectio divina: “Le sfide del desiderio umano (Gen 2,3)”, “Il desidero di vedere (Mt 13, 17; Gv. 8,56)”, “Desideri della carne e desideri dello spirito (Gal 5, 16-26)” e stasera hanno ascoltato le canzoni della Tatangelo: “Io sono una muchacha sexy”, “Guarda il mio corpo che si muove e balla”, “Io sono il tuo sogno erotico: prendimi!”. Dalla Lectio divina sui desideri della carne e dai testi della Tatangelo, letti in parallelo, prende forma una supercazzola magistrale ai danni dei cittadini e dei fedeli, raggiunti da due messaggi in stridente contraddizione. Non si tratta di un’analisi moralistica, ma di un tentativo di comprendere razionalmente come possano convivere due messaggi del tutto antitetici, senza che sia offesa l’intelligenza di cittadini e fedeli.
Ritengo probabile che la supercazzola non sia stata concepita volontariamente dagli organizzatori. Voglio credere che il parroco e i membri del Comitato Festa Patronale non abbiamo visto su internet i video della Tatangelo, anche se sarebbe stato loro dovere farlo, perché il Documento della Conferenza episcopale pugliese sulle Feste patronali al punto 4.4 prescrive: “Non è permesso invitare gruppi musicali, cantanti, artisti che con le loro proposte nulla hanno in comune con lo spirito evangelico di cui le feste sono portatrici”.
A questo punto, suggerirei al lettore di prendere visione di questi tre video di Anna Tatangelo per farsi un’idea del loro contenuto e considerare se sia compatibile con “lo spirito evangelico” e con la morale sessuale della chiesa cattolica: Muchacha sexy - Occhio per occhio - Sensi.
Recentemente in piazza della Costituzione, la parte laica della città ha manifestato contro la violenza sulle donne collegando l’oggettivazione e la mercificazione del corpo femminile alle diverse forme di violenza (culturale, psicologica, diretta). Dopo un mese, su quella stessa piazza, la parte cattolica della città, con il concerto della Tatangelo, ha offerto una proposta di significato opposto.
Ciò che importa agli organizzatori è accontentare il cittadino medio di bocca buona, offrendo per quest’anno il concerto di una giunonica cantante di musica trash.
Tutto il resto non conta: il Vangelo, deprezzato da buona parte del clero a storiella scialba per bambini poco intelligenti, non conta; il Documento della Conferenza episcopale pugliese sulle Feste patronali, ormai lettera morta, non conta. E se parroco e Comitato non obbediscono al Vangelo e ai documenti della Chiesa, a chi obbediscono?
Invio questa mia riflessione al Vescovo Pichierri esortandolo a “sorvegliare” (l’etimo della parola vescovo è “sorvegliante”) sulle iniziative discutibili del parroco e del Comitato Festa Patronale.