Dalla speranza, alla delusione, alla caduta della Sindaca di “Città futura”
Era nell’aria, e alla fine è successo. La Sindaca più “diversamente Sindaca” (come si è autodefinita) della storia sanferdinandese è stata sfiduciata dalla sua maggioranza, dopo solo due anni e mezzo.
Nella mia veste di Ambasciatore europeo del Patto per il Clima non posso dispiacermi di questo celere epilogo.
L’esperienza politica di “Città Futura” è stata per me una grande delusione. Tanto più amara quanto più è stato grande il credito di fiducia e speranza che personalmente avevo aperto.
Sono stato tra i primi a tessere le lodi dell’inedita amministrazione presieduta da una donna, pensando, con ingenuo ottimismo, che il genere femminile — corroborato da un programma politico ambizioso (che aveva recepito gran parte delle mie proposte politiche, inviate a tutti i candidati prima dell’inizio della campagna elettorale (leggi qui: https://cutt.ly/7SQFYsV) — potesse offrire maggiori garanzie di successo rispetto ai competitor.
IN VITA MIA, NON MI SONO MAI SBAGLIATO COSÌ TANTO!
(Wow! C’è su internet qualcuno che scrive “HO SBAGLIATO”. Ma i social non sono un club esclusivo per persone infallibili o che non ammettono coram populo di aver sbagliato neanche sotto tortura?).
Non appena eletta, la Giunta di “Città Futura” ha eliminato dalle Linee programmatiche e di mandato l’impegno locale per il contrasto del surriscaldamento climatico.
Per “Città futura” la crisi climatica semplicemente non esisteva. Anzi, per dirla meglio, durante la campagna elettorale la crisi climatica esisteva ed era una questione prioritaria. Dopo le votazioni l’emergenza climatica è evaporata dalle priorità politiche locali, senza lasciare traccia; fatta eccezione per la velleitaria intenzione di piantare 14mila alberi.
Sono scomparsi dalle Linee programmatiche la dichiarazione di emergenza climatica, il fotovoltaico sugli edifici pubblici, le colonnine per la ricarica delle automobili elettriche, il parco eolico e il mini eolico urbano, le automobili elettriche della Polizia locale, il bus elettrico e il PRIE, il Piano regolatore per l’installazione di impianti eolici.
La città futura è evaporata a tempo di record e si è condensata in due anni e mezzo di sconfortante déjà vu, in senso peggiorativo.
Messa di fronte alla crisi climatica — che sta rimodellando la realtà in ogni angolo del pianeta e sta ridisegnando il volto delle città — l’amministrazione di “Città futura”, in un processo di negazione e rimozione, ha preferito nascondere la testa sotto la sabbia, seppellendo in profondità le promesse di marinaio contenute nel suo programma politico: “Daremo massima attenzione alle problematiche legate ai mutamenti climatici”. […] Una città futura più green è il nostro obiettivo”.
Attenzione e priorità è stata data, invece, agli spettacoli, alle feste, ai concerti, ai cantanti, ai gonfiabili, ai carnevali, alle feste patronali e pinzillacchere varie.
Per stessa ammissione dei consiglieri dimissionari, le voci di spesa relative a concerti e cantanti, solo nell’ultimo anno, hanno assorbito cifre considerevoli.
Non stupisce che il casus belli che ha provocato la frattura insanabile con i consiglieri di maggioranza e la fine della amministrazione di “Città futura” riguardasse proprio la scelta e il compenso del cantante per l’ennesimo spettacolo musicale. Sconfortante.
Mi sarei aspettato un ben altro spessore delle discussioni, su ben altri temi prioritari dell’agenda politica.
Ora mi rivolgo in modo particolare ai consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni e fatto cadere l’amministrazione.
Nella vostra lettera di sfiducia sono elencate delle questioni amministrative che, a vostro parere, necessitano di urgente soluzione: “la pulizia del paese, le manutenzioni (degli edifici comunali - tra cui Piscina e Palazzetto - e degli istituti scolastici), lo sfalcio delle erbacce, le disinfestazioni, la sorveglianza, il randagismo, la presa in carico della questione della Biblioteca comunale, […] ecc.”.
Non è presente nessun riferimento alla nuova LEGGE EUROPEA SUL CLIMA che, per contrastare i cambiamenti climatici in rapido peggioramento, ha innalzato l'obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 (dall'attuale 40%) e rende giuridicamente vincolante la neutralità climatica entro il 2050.
Gli obiettivi climatici indifferibili di mitigazione del clima non trovano ancora posto nel vostro elenco di priorità politiche e soprattutto nel vostro orizzonte mentale.
Permettetemi, ma questa agenda politica è solo di un capello sopra l’ordinaria amministrazione. Ben poca cosa per amministratori che vivono, respirano, pensano e agiscono nel 2024.
A questo punto, messo alle strette — per riflesso condizionato — il politico adduce quasi sempre la logora scusa della “coperta corta”, ossia della carenza di risorse economiche in bilancio che li obbliga ad una navigazione a vista.
Tradotto: “Noi avremmo voluto, ma la triste realtà è che non ci sono soldi in bilancio per contrastare la crisi climatica a livello locale”.
Ma i soldi dei contribuenti non sono mai mancati, ad esempio, per pagare gli spettacoli musicali, i cantanti italiani e napoletani, non sono mancati per finanziare le Feste patronali o per pagare lo stipendio al portavoce della Sindaca (Determina n.145 del 15/05/2024).
Solo con lo stipendio previsto per il portavoce della Sindaca, per il triennio 2024-2026, si sarebbero potute comprare due automobili elettriche per la Polizia municipale, realizzare un punto del programma elettorale di “Città futura” per la mitigazione del riscaldamento climatico e sarebbero avanzati anche i soldi per piantare dieci nuovi alberi.
Con i soldi sprecati negli ultimi due anni per finanziare la Festa patronale si sarebbero potuti acquistare e piantare almeno 110 nuovi alberi, in applicazione del programma elettorale, per sequestrare CO2 e rinfrescare la temperatura della città durante le ondate di calore.
È una semplice questione di scelte politiche. Salvare il clima e garantire la vita delle generazioni presenti e future su un pianeta ancora vivibile o sollazzare il popolino con banali spettacoli musicali.
Un amministratore con la consapevolezza delle urgenze del periodo storico in cui vive, e di conseguenza con un’agenda di ben altro spessore, avrebbe dovuto guardare negli occhi i conservatoristi (soprattutto quelli che sui social si ergono a difensori del bene comune) e dire, che i soldi per i vostri riti pagani tradizionalisti non ci sono più, perché questa amministrazione ha altre priorità, ossia difendere il bene comune dai furiosi assalti del surriscaldamento climatico. Soldi da buttare per le Feste patronali non ci sono più.
Non ci sono più soldi anche per spettacoli e cantanti, perché, questa amministrazione, tra le altre cose, vuole ampliare e democratizzare il verde pubblico, fonte di ricchezza, di benessere e di salvaguardia della salute dei cittadini e del clima.
CHI RENDERÀ SAN FERDINANDO DI PUGLIA CARBON FREE NEL 2050?
Egregi consiglieri dimissionari, secondo voi in capo a chi (o a quale entità) ricade l’onere di attuare azioni urgenti contro la crisi climatica?
All’ONU, a Joe Biden, a Xi Jinping, all’Unione Europea, all’Italia, alla Regione Puglia? A tutti, tranne che al Comune di San Ferdinando di Puglia!
Eppure gli analisti e i teorici politici ci dicono che se la politica nazionale e internazionale è sempre più disfunzionale e inaffidabile sono le municipalità sul pianeta (2 milioni di comuni) il luogo privilegiato del cambiamento e del contrasto alla crisi climatica.
Per raggiungere gli obiettivi climatici previsti dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea di emissioni zero per il 2050, ogni comune (e ogni individuo nella sua sfera privata) deve fare la sua parte. E in questo voi di “Città futura” avete fallito.
Che fine ha fatto la volontà di creare una Comunità energetica, dopo il solenne annuncio su Facebook del 16 marzo 2023? Che fine ha fatto la tariffa puntuale dei rifiuti? Che fine ha fatto il contrasto dell’abbandono dei rifiuti nelle periferie e dei roghi tossici? E le colonnine di ricarica per le auto elettriche offerte gratuitamente al Comune da BeCharge? (vedi: https://bec.energy/pubblica-amministrazione). Potrei andare avanti ancora a lungo. È tutto evaporato.
Mi conforta sapere che moltissimi politici non la pensano come voi. Sempre più amministratori di città grandi e piccole si sono uniti nell’azione per affrontare il surriscaldamento globale con l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 (C40 Cities: https://www.c40.org); (Climate Alliance: https://www.climatealliance.org);(Il Patto dei Sindaci: https://eu-mayors.ec.europa.eu/it).
So che il tentativo (ostinato) di dialogo con voi è per me un notevole spreco di tempo. Ma sono mosso da uno scrupolo etico, oltre che dal mio ruolo istituzionale.
Tra trent’anni (o anche meno)— di fronte al fallimento degli obiettivi climatici ONU al 2050 e con l’aumento della temperatura media globale di oltre 2°C — cosa penseranno i cittadini sanferdinandesi più giovani (nel bel mezzo di un’ondata di calore mortale) dei politici al potere che hanno ignorato o depriorizzato l’emergenza climatica negli anni in cui si potevano ancora mitigare gli effetti più devastanti del clima impazzito?
Si chiederanno anche se ci sia stata almeno una voce che abbia rotto il silenzio del pensiero unico. Interrogheranno l’intelligenza artificiale (IA)e potranno sapere che a San Ferdinando di Puglia c’era un Ambasciatore Europeo per il Clima di nome Matteo Della Torre che, per vent’anni, aveva tampinato i politici del tempo, prefigurando con precisione gli scenari climatici futuri e offrendo soluzioni praticabili, ma era stato ignorato dai politici locali, preoccupati di distruggere le piste ciclabili (costruite con i soldi dei cittadini) e di organizzare a caro prezzo spettacoli musicali.
Matteo Della Torre
Ambasciatore Europeo del Patto per il Clima