E CRISI SIA
La crisi della SIA è il frutto di clamorosi errori gestionali, che hanno contribuito a mandare il Consorzio FG/4 in default.
Per decenni, i comuni consorziati hanno affrontato il problema dei rifiuti in modo irresponsabile, preoccupandosi soltanto di svuotare i cassonetti e di spazzare le strade.
Per decenni, non c’è stata, sia a livello politico, sia a livello sociale, UN’ETICA DEL PATTUME. Abbiamo costruito, riempito ed esaurito ben CINQUE DISCARICHE a costi elevatissimi. Oggi, la SIA non possiede 3,5 milioni di euro per la sistemazione finale del lotto 5 della discarica Consortile esaurita (come si evince dal rapporto della KPMG).
Per decenni, i nostri politici, sprovvisti di una “FILOSOFIA DELLE COSE ULTIME”, hanno considerato i rifiuti come una voce di costo e non come una preziosa risorsa economica.
Per decenni, abbiamo galleggiato con percentuali di raccolta differenziata scandalose, ciechi e sordi al richiamo di quanto stava avvenendo nelle realtà virtuose, in Italia e all’estero.
Per decenni, la politica ha nominato ASSESSORI ALL’AMBIENTE INCOMPETENTI, declassati al ruolo di assessori alla monnezza, mentre in altre realtà italiane si cavalcava il futuro, progettando e costruendo un nuovo modo di considerare e gestire i rifiuti.
Per decenni, anche tra le comunità parrocchiali dei comuni del consorzio non c’è stata una “TEOLOGIA PER I RIFIUTI” (Vittorio Marchis). Chi, negli anni ’90, parlava rifiuti in un’ottica di economia sostenibile e si attivava in merito, con azioni concrete e provocatorie, veniva sminuito e liquidato come un posseduto dal demone del riciclaggio.
Oggi, il gigantesco boomerang dei rifiuti, dopo aver percorso una larga traiettoria, è tornato indietro e si sta conficcando, alquanto prevedibilmente e dolorosamente, nella parte più privata e buia dei cittadini. Succederà così, ma a tinte decisamente più fosche, anche per il problema del riscaldamento climatico.
Un ultimo pensiero va ai lavoratori della SIA. “I raccoglitori delle immondizie sono gli eroi non celebrati della modernità”, scriveva il grande sociologo Zygmund Bauman. Il mio invito è di mettere questi “eroi dei rifiuti” nelle migliori condizioni per traghettarci verso il futuro. La direzione è ormai tracciata ed è quella dei Rifiuti Zero.