Il “Ciappa cus” dei cattolici
Su YouTube nel 2008 è stato pubblicato un video (ancora oggi visibile in rete e riproposto in una seconda versione del 2009) che ritrae un’allegra comitiva parrocchiale impegnata in un ballo di gruppo.
Durante le colonie estive marine dell’oratorio di una Parrocchia di San Ferdinando di Puglia, i protagonisti, zelanti animatrici e un abbronzatissimo sacerdote, viceparroco showman, “maestro della cerimonia”, si esibiscono insieme a decine di bambini e ragazzini dell’oratorio, in un volgarissimo ballo di gruppo dall’eloquente titolo “Ciappa cus”.
Il testo della canzone, ripetuto all’infinito, si esaurisce nel titolo ed é accompagnato da movenze allusive ed inequivoche delle mani che ritmicamente convergono verso gli organi genitali maschili e femminili: Ciappa cus!
Un testo, un messaggio e un gesto che possono far breccia nell’immaginario di minorenni dallo spirito critico ancora acerbo più di mille omelie forbite e urlate.
Questo video rappresenta un quadretto sincero degli autentici valori cristiani che si apprendono in una Parrocchia dove ragazzini e bambini sono “educati” (sic!) alla morale sessuale cattolica da animatori senza alcuna preparazione, che non si rendono conto di quanto stanno facendo, mandati allo sbaraglio come in una puntata TV della “Corrida”.
Non si tratta di moralismo. È realismo e sana prevenzione. È facile immaginare i rischi legati a simili comportamenti irresponsabili.
Mi preoccupa pensare che genitori ignari accompagnino all’oratorio i propri figli consegnandoli, con malriposta fiducia, agli animatori cattolici, per vederli esposti a modelli educativi degradanti.
Come genitore cristiano cattolico, dico: abbiate rispetto dell’infanzia e dei suoi tempi. Ieri, oggi e sempre. Personalmente, mi guarderei bene dall’affidare mio figlio a questi cristiani naïf.
Qualcuno potrebbe obiettare che la mia analisi é un’esagerazione e che in fondo si trattava solo di un gioco ingenuo. Ma la “banalità del male” (Hannah Arendt) si insinua non solo nelle istituzioni nazionali, nelle strutture della società, nelle economie e nelle culture, ma anche perniciosamente nelle azioni comuni degli individui, da quelle importanti a quelle considerate dai più come innocuo divertimento o pura evasione, indebolisce la volontà, corrode il pensiero, offusca la consapevolezza e distrugge l’anima di chi ne è esposto.
Senza cadere in pericolose generalizzazioni, credo che questo video sia uno dei tanti sintomi di putrefazione del messaggio reale, quotidiano, veicolato da una parte del cattolicesimo. È un sintomo su cui è necessario riflettere, senza nascondersi dietro alibi puerili.
Il “narciprete” moralista, che idealmente avrebbe dovuto vigilare sull’operato degli animatori, cosa ne pensa?