Il gambero “Indietro tutta” vuole tornare alle isole ecologiche?
Apprendiamo dalla testimonianza di un partecipante all’incontro sul problema dei rifiuti, tenutosi giorni fa, l’intenzione, espressa dall’Assessore Masciulli, di “organizzare il servizio di raccolta non più porta a porta ma con isole dove sistemare vari “cassoni” […] nei quali i cittadini conferiscono i rifiuti differenziati utilizzando una tessera che avrà non solo il compito del controllo sui conferimenti ma assicuri un ‘premio’ a coloro che conferiscono”. (Il testo tra virgolette è del partecipante all’incontro)
Sembrerebbe, quindi, fino a dichiarazione di smentita, che il gambero “Indietro tutta”, trovandosi in panico “in mezzo al guado”, si sia prodotto in un prodigioso balzo all’indietro verso acque più comprensibili e rassicuranti rispetto ai tempestosi flutti della raccolta differenziata porta a porta. L’intenzione sarebbe quella di ritornare precipitosamente alle isole ecologiche, una fuga all’indietro, prodromo del ritorno al fetido cassonetto che, nel peggiore degli scenari futuri, aprirebbe le porte all’inceneritore.
Molti di voi ricorderanno quella parodia di isola ecologica con tanto di totem computerizzato, acquistata per San Ferdinando di Puglia negli anni ’90 (foto) e mai utilizzata dai cittadini. Erano i tempi dell’Assessore “all’Abbiente”, infatuato delle isole ecologiche, rivelatesi un totale fallimento. Chi come Indietro tutta guarda ossessivamente al passato dovrebbe trarre utili insegnamenti dagli errori commessi per pressappochismo.
Oltre alle lezioni tratte dal nostro passato, possono venirci in aiuto le esperienze disastrose di altre città d’Italia che hanno adottato le isole ecologiche.
A Bari le isole ecologiche, fuori terra e/o interrate, si sono rivelate subito un disastro, perché non hanno mai funzionato e dopo dodici anni sono state rimosse. Un fallimento confermato anche dalle esperienze negative di Foggia e Palermo. A Brindisi, nel 2011, l’Amministrazione di centro-destra installò delle isole ecologiche che non sono mai entrate in funzione, con un enorme spreco di risorse pubbliche e nessun risultato positivo in termini di raccolta differenziata. Ora, Indietro tutta vorrebbe consegnare questo “bidone” alla nostra città.
A Brindisi dopo la disastrosa esperienza delle isole ecologiche si è passati al porta a porta, con una percentuale di raccolta differenziata del 54,7%.
Le esperienze negative di altri comuni italiani ci dicono che non si può sostituire la raccolta differenziata porta a porta con le isole ecologiche. Sarebbe una follia.
Tutti i comuni che hanno conseguito dei risultati elevati nella percentuale di raccolta differenziata hanno adottato il sistema porta a porta, non le isole ecologiche, che possono essere concepite solo come un sistema integrativo al porta a porta, mai sostitutivo. Il porta a porta è la sola modalità di differenziare i rifiuti che consegue risultati soddisfacenti, sia in termini qualitativi che di quantità. Se poi l’intenzione sottesa è quella di un ritorno progressivo al cassonetto il discorso cambia.
Indietro tutta dovrebbe sapere che le isole ecologiche sarebbero un richiamo irresistibile per i vandali sanferdinandesi, che le distruggerebbero frequentemente, rendendo necessarie ulteriori spese per il ripristino degli impianti danneggiati. Spesso accade poi che l’azienda produttrice delle isole ecologiche fallisca, con il risultato di avere dei rottami inutilizzabili e maleodoranti da rimuovere.
Interroghiamoci per un attimo su come sia stato possibile dall’oggi al domani far salire a San Ferdinando di Puglia la raccolta differenziata da un misero 13% del 2007, quando era Sindaco Puttilli, all’attuale 61% col sistema di raccolta porta a porta. La risposta è una sola: il porta a porta costringe gli anziani e persino le famiglie più troglodite a differenziare. Ripeto: costringe. L’eliminazione del porta a porta - che vorrebbe realizzare Indietro tutta con l’attivazione delle isole ecologiche - farebbe decrescere drammaticamente la percentuale di raccolta differenziata. Il motivo è semplice. Le isole ecologiche obbligherebbero i cittadini a compiere lunghi tragitti per consegnare i rifiuti prodotti e gli anziani sarebbero i primi ad essere gravemente penalizzati da questo sistema. A nulla varrebbero i discorsi relativi alla premialità e all’applicazione della tariffa puntuale. Anzi, con le isole ecologiche la situazione peggiorerebbe, perché assisteremmo a vere e proprie Olimpiadi di lancio del rifiuto nelle periferie e nelle campagne. Le isole, per funzionare correttamente, necessitano della sensibilità ecologica, della collaborazione e del senso civico dei cittadini, tre elementi che storicamente fanno difetto ai sanferdinandesi. Spero che Indietro tutta non abbia nostalgia del cassonetto debordante di rifiuti, lercio e maleodorante.
Se esistono numerosissimi esempi di comuni, in Italia e all’estero, che hanno adottato con successo il sistema di racconta differenziata porta a porta, conseguendo risultati inimmaginabili con altri tipi di raccolta differenziata, un motivo ci sarà. Anzi, i motivi sono tre: difesa dell’ambiente (con la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti), risparmio per il comune e per i cittadini.
Se i comuni di Ponte nelle Alpi (81,5%), Capannori (90%), Camigliano (81,25%), Trento (80%), Mantova (77%), Milano (65%) eccellono nella raccolta differenziata il motivo è da ricercarsi nella corretta progettazione e gestione della raccolta differenziata porta a porta. Se nel nostro Consorzio ciò non è accaduto, credo che sia una questione di mancanza di volontà politica, unita alla scarsa competenza in materia.
Un’ultima considerazione: non esiste premialità senza controllo visivo diretto della qualità della raccolta differenziata. Si veda in merito questo video sul porta a porta del Comune di Ponte nelle Alpi dal minuto 1.05”: