Nell’orizzonte di “Orizzonti” ci sono gli inceneritori?

Il dubbio ti assale nel leggere il grafico a piramide presente nel manifesto del gruppo politico “Orizzonti”, che pubblicizza un incontro sul tema dei rifiuti.

Il grafico è stato copiato da Google (foto, box in alto a destra) e incollato sul manifesto. Mi è bastato un rapido sguardo per scorgere, nel quarto strato della piramide, un particolare inquietante. Vi è scritto “TERMOVALORIZZAZIONE”.

La presenza di questo termine può avere tre spiegazioni:

1. Il gruppo politico “Orizzonti” è favorevole all’utilizzo dei termovalorizzatori (ossia degli inceneritori col filtro che trasformano i rifiuti bruciati in energia) a valle del processo di riciclaggio e trattamento meccanico-biologico (TMB) dei rifiuti. Ne prendiamo atto, pur non condividendo assolutamente.

2. Il gruppo politico “Orizzonti” ha inteso fotografare la realtà  delle varie pratiche di riciclaggio e trattamento dei rifiuti utilizzati in Italia, inclusa la termovalorizzazione. Ritengo fallimentare questa modalità comunicativa, poiché il cittadino da un gruppo politico che porta il nome di “Orizzonti” si sarebbe aspettato un approccio al tema dei rifiuti alternativo, positivo e propositivo.

3. Gli estensori del manifesto, nel fare il copia e incolla del grafico, non si sono resi conto della presenza di questo “insignificante” particolare: la termovalorizzazione.
A differenza di quanto narrato nella favola "La principessa sul pisello" di Andersen, qualche ecologista "distratto" non ha avvertito, nel quarto strato della piramide, una presenza così ingombrante come la termovalorizzazione e ha dormito sonni beati. Sciatteria di alto livello nella comunicazione politica, in linea con il programma presentato da Orizzonti alle ultime elezioni.

Nella peggiore delle ipotesi, la prima, con “Orizzonti” favorevole alla termovalorizzazione, credo sia necessaria una ripassatina.

Con una corretta raccolta differenziata porta a porta spinta si raggiungono percentuali di rifiuto riciclato del 90-95%. Il rimanente 5-10% va sottoposto al trattamento meccanico-biologico (TMB) che, attraverso una prima fase meccanica e una successiva fase biologica (digestione anaerobica) riduce ulteriormente la quantità  dei rifiuti e la loro pericolosità . Il prodotto della stabilizzazione viene poi posto in una discarica controllata. Gli ecologisti più avveduti sono fermamente contrari ad ogni forma di combustione dei rifiuti a valle e, a maggior ragione, del rifiuto tal quale.

La termovalorizzazione è una falsa soluzione del problema dei rifiuti. Il principio secondo cui nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma vale anche per i termovalorizzatori. I prodotti della termocombustione sono gas, fanghi, ceneri, polveri e micropolveri. Le ceneri andranno smaltite nelle discariche controllate, mentre le micropolveri prodotte dalla combustione, che fuoriescono dai filtri degli inceneritori, una volta assorbite dal nostro corpo, sono riconosciute dall’organismo come estranee, ma non riescono più ad uscirne ”provocando reazioni infiammatorie importanti, talvolta origine di gravi patologie”. (Dott. Stefano Montanari)

“Anche un inceneritore dotato di BAT (Best Available Techniques) produce numerose sostanze pericolose, alcune delle quali hanno effetti mutageni e/o cancerogeni e/o d’interferenza endocrina. Tra le sostanze emesse troviamo: metalli pesanti in traccia, come piombo, cadmio, mercurio; ossidi di zolfo e di azoto; idrocarburi policiclici aromatici (IPA); inquinanti organici persistenti (POP) come diossine, furani e PCB, e altre centinaia di composti organici che non si riesce a monitorare; polveri (PM10, ma anche le più nocive PM2,5 e PM0,1)”. (Greenpeace, Report sulla gestione dei rifiuti urbani)

Dal punto di vista della quantità  delle emissioni climalteranti i termovalorizzatori non sono secondi a nessuno, neppure alle centrali a carbone, perché un termovalorizzatore, a parità di energia prodotta, emette 940 grammi di CO2 per kilowattora, contro i 900 grammi delle centrali a carbone.

Indietro
Indietro

Il gambero “Indietro tutta” vuole tornare alle isole ecologiche?

Avanti
Avanti

Costruire la smart city