Il Sindaco di San Ferdinando di Puglia conosce metodi alternativi al porta a porta per fare “percentuali” di raccolta differenziata. Quali metodi?

Nel suo recente comizio, il Sindaco di San Ferdinando di Puglia si è prodotto in un’affermazione che lascia senza fiato.

La citiamo alla lettera: “Facciamo la raccolta periferica di nuovo con i bidoncini? vogliano togliere queste buste? vogliamo togliere il porta a porta? ci sono altri metodi per fare le percentuali di raccolta differenziata, non necessariamente il porta a porta casa per casa”.

Nel leggere queste parole, un cittadino con un minimo di conoscenze in materia di ecologia potrebbe avere un malore da sbalzo pressorio.

Il primo termine che balza agli occhi è “raccolta periferica con i bidoni” (??), una definizione errata che ha un senso soltanto per chi voglia sbarazzarsi della questione dei rifiuti, confinandola nelle periferie della città. Il termine corretto è raccolta di prossimità.

Ma ciò che davvero preoccupa è la seconda parte della citazione, in cui si afferma che “ci sono altri metodi per fare le percentuali di raccolta differenziata, non necessariamente il porta a porta casa per casa”. Roba da non crederci. Il Sindaco omette di aggiungere l’aggettivo alte in riferimento alle percentuali di raccolta differenziata, pronunciando una frase senza senso. Anche i comuni italiani elencati come “indifferenti” nella classifica annuale del comuni Ricicloni di Legambiente realizzano percentuali di raccolta differenziata. Il guaio è che sono percentuali basse o bassissime, come nel caso di Cerignola (9% nel 2017) o la San Ferdinando di Puglia del 2007 - dell’allora Sindaco Puttilli - che portava a casa un vergognoso 13%.

Se, invece, si vogliono conseguire alte percentuali di raccolta differenziata, l’unico metodo possibile è quello della raccolta differenziata porta a porta. Il Sindaco deve farsene una ragione. non esistono alternative alla raccolta differenziata porta a porta. E se esistono in teoria, non sono disponibili nella pratica. Anche solo accennare ad un ritorno al cassonetto di prossimità è una follia.

Lo dice anche la Regione Puglia: “Si tratta di un passaggio molto delicato che impegna tutti i Comuni e gli Ambiti pugliesi a mettere a sistema, rapidamente, gli strumenti e le strategie a loro disposizione, funzionali ad una gestione efficace del ciclo dei rifiuti (raccolta porta a porta, recupero, centri comunali di raccolta, ecc.), in modo da conseguire elevati livelli di raccolta differenziata e ottenere risparmi sull’ecotassa”.

Ma vuoi che il Sindaco di San Ferdinando di Puglia abbia il tempo anche di leggere i documenti della Regione Puglia? Vuoi che il Sindaco abbia il tempo per informarsi sulle buone pratiche dei comuni virtuosi italiani che, nella loro totalità, realizzano percentuali di raccolta differenziata superiori al 65% con il porta a porta?

Vuoi che il Sindaco sappia che solo alcuni comuni affiancano le isole ecologiche alla raccolta differenziata porta a porta come servizio complementare, ma mai e poi mai sostitutivo del porta a porta?

Vuoi che il sindaco sia consapevole che se si lasciano solo le isole ecologiche o i bidoni di prossimità, i numeri della raccolta differenziata crollano drasticamente? È chiedere troppo.

Questi sono i dati provenienti dalla realtà. Se il Sindaco acquisisce le sue informazioni da realtà parallele, è bene che lo comunichi nei dettagli quanto prima ai cittadini.

Io spero che, dietro questi vaghi giri di parole, non si nasconda la volontà politica di scardinare, dopo le piste ciclabili, un’altra opera realizzata dalla precedente amministrazione. Ora è il tempo della raccolta differenziata porta a porta.

L’eventualità di un ritorno al cassonetto di prossimità farebbe crollare la raccolta differenziata e condannerebbe i cittadini di San Ferdinando di Puglia al perpetuo pagamento dell’ecotassa per i rifiuti, prevista dalla Regione Puglia, la cui tariffa base è di 15 euro per tonnellata di rifiuto indifferenziato conferito in discarica.

La legge regionale, infatti, obbliga i comuni ad assicurare un livello minimo di raccolta differenziata del 65%. Nel caso in cui questa percentuale non venga raggiunta, si applica una maggiorazione del 20% sulla tariffa base. Al conseguimento della percentuale di raccolta differenziata minima (65%), l’ecotassa scende a 5,17 euro per tonnellata. Al conseguimento di percentuali di raccolta differenziata maggiori della soglia minima del 65% l’ecotassa viene ridotta in misura proporzionale. Quindi, più si differenzia, meno si paga. Il Sindaco di San Ferdinando di Puglia vorrebbe intraprendere la strada opposta.

Io spero che i miei concittadini avvertano, con me, la gravità delle affermazioni del Sindaco. Una città storicamente arretrata, due anni fa ha visto realizzarsi una conquista che sembrava irraggiungibile: la raccolta differenziata porta a porta. Questo cambiamento, col tempo, si è consolidato ed è stato metabolizzato dai cittadini. Oggi, il Sindaco mescola le carte e rimette tutto in discussione, prefigurando il ritorno al cassonetto “periferico”.

E’ un gioco molto pericoloso, che interessa il futuro della nostra città e il futuro del pianeta.

Ad un Sindaco che non avverte l’urgenza del poco tempo che resta per smuovere le acque nella giusta direzione, ma è preoccupato, in modo paurosamente miope, dello spazzamento delle strade e della “brutta figura” da fare ad agosto con i vacanzieri, un rimedio da ultima spiaggia ci sarebbe: un bel viaggio di istruzione, pagato dai cittadini, per quei comuni virtuosi in Italia ed in Europa che lavorano per materializzare l’alternativa di un mondo diverso, in modo creativo. Se neppure questo viaggio riuscirà ad allargare gli orizzonti mentali del Sindaco, allora sarà game over e non ci resterà che pregare.

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La grande cecità pentafascioleghista sul futuro dell’Italia

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