Indietro tutta e le colonnine per le auto elettriche che non ci sono

La legge italiana prevede che a San Ferdinando di Puglia ci dovrebbe essere un minimo di 15 colonnine per la ricarica delle automobili elettriche, ma ad oggi ne abbiamo zero, grazie alla famigerata sollecitudine ecologista dei nostri amministratori.

Il Decreto Legge n.76 del 16/07/2020 (c.d. “Decreto Semplificazioni”) pone all’articolo 57, comma 6, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, l’obbligo a carico dei comuni di dotarsi di una rete di ricarica per veicoli elettrici, attraverso “l'installazione, la realizzazione e la gestione delle infrastrutture di ricarica a pubblico accesso con un numero adeguato di stalli in funzione della domanda e degli obiettivi di progressivo rinnovo del parco dei veicoli circolanti, prevedendo, ove possibile, l'installazione di almeno un punto di ricarica ogni 1.000 abitanti”.

Secondo la normativa, espressa nel Decreto Semplificazioni, il Comune di San Ferdinando di Puglia è in ritardo di 10 mesi nella consegna ai suoi cittadini e ai turisti in visita di un numero minimo di 15 colonnine di ricarica per le automobili elettriche. E pensare che l’installazione di queste colonnine viene offerta gratuitamente dall’azienda Be Charge!

Per saperne di più, facciamo un passo indietro.

Esattamente un anno fa — sul gruppo Facebook San Ferdinando di Puglia Open Gov — pubblicavo (foto 1) una proposta dell'azienda Be Charge rivolta agli amministratori di tutti i comuni d’Italia. L’azienda invitava i sindaci e gli assessori all’ecologia a farsi avanti e richiedere l'istallazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche nella propria città. Il tutto senza oneri per le casse dei comuni, perché l'azienda si sarebbe fatta carico di tutti i costi necessari alla fornitura, installazione, gestione e manutenzione delle colonnine di ricarica per tutta la durata del Protocollo d’Intesa, compresi anche i costi per l’allaccio alla rete elettrica.

Be Charge allegava a questo link (https://cutt.ly/3TNh3CK) un kit di documenti in “bozza”, per facilitare al massimo il compito dei sindaci e degli assessori all’ecologia, fornendo loro la cosiddetta “pappa pronta”:

1. Manifestazione d’interesse;

2. Bozza di delibera comunale per approvare la proposta di Be Charge (già utilizzata da molti comuni in Italia); (foto 2-3-4)

3. Bozza di protocollo di intesa da sottoscrivere tra il Comune e Be Charge;

4. Presentazione societaria;

5. FAQ.

Concludevo il post con la solita domanda retorica: “I nostri amministratori ultraconservatori sapranno cogliere questa occasione di innovazione, di futuro e di tutela dell'ambiente? Mah! Chi sopravviverà al Covid-19 vedrà!”

Quale migliore occasione, allora, per adempiere agli obblighi di legge a costo zero per l’amministrazione comunale?

Sono trascorsi 365 giorni da quel post e dall’amministrazione comunale, in merito alla proposta di Be Charge, non si sono visti segnali di vita.

Insomma, la legge italiana impone ai Comuni di installare colonnine di ricarica, Be Charge farebbe tutto il lavoro gratis (l’offerta è ancora valida), il posto c’è (la grande area adibita a parcheggio antistante l’Auditorium dell’Istituto Superiore “Michele Dell’Aquila” (foto 5), manca solo la volontà politica.

Quelli di Indietro Tutta forse non conoscono i dati relativi alla crescita esponenziale delle immatricolazioni di auto elettriche, che dal 2017 al 2020 sono cresciute del 1.394%. Solo nei primi sei mesi del 2021 sono stati immatricolati 31.734 veicoli elettrici puri. Si sono chiesti dove caricheranno le loro automobili elettriche i viaggiatori di passaggio, i turisti o gli emigrati sanferdinandesi mentre sono in ferie nella nostra città, considerando che né a San Ferdinando di Puglia, né a Trinitapoli, né a Margherita di Savoia ci sono colonnine di ricarica (foto 6)?

Ma siamo a San Ferdinando di Puglia, un paese arretrato, con cittadini che tafazziananente, ossia con buona dose di masochismo, hanno eletto le persone sbagliate nel momento sbagliato.

Mentre nel mondo intero sale in modo allarmante l’ecoansia indotta dagli effetti drammatici della crisi climatica, gli amministratori di San Ferdinando di Puglia sembrano vivere beati nel nirvana degli anni ‘90, in una sorta di rassicurante bolla atemporale, dove “la vita era più facile e si potevano mangiare anche le fragole”.

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