Dai pagliai del 1846 ad oggi, San Ferdinando di Puglia è il paese della monnezza

D. Cardellicchio, autore del libro “Cenni storici di S. Ferdinando di Puglia”, descrive la drammatica situazione igienica del paese nel 1846, quando i coloni vivevano nelle case di paglia: “… l’assoluta mancanza di igiene nei pagliai […] le strade sempre coperte di immondizie e letame”.

Il filo rosso dei rifiuti abbandonati per le strade lega i pagliai dell’originaria San Cassano all’attuale San Ferdinando di Puglia.

Da allora ben poco è cambiato. La famigerata sporcizia endemica del bifolco sanferdinandese continua a caratterizzare il paesaggio urbano ed extraurbano con le sue lordure. Una situazione che non ha eguali in nessun luogo che io conosca.

Tre esempi registrati negli ultimi giorni:

1- L’autista dell’autobus di linea Marino è stato costretto ad invadere, in curva, la corsia opposta per evitare una grossa busta di rifiuti indifferenziati abbandonati pericolosamente sulla strada. (Foto 1)

Dopo aver assistito a questa scena, ho scattato una foto e ho personalmente spostato la busta fuori dalla sede stradale.

2- I due sottopassaggi della SS16 sono stati riempiti di immondizia dai soliti ignoti. (Foto 2)

3- Oggi una signora mi ha raccontato la storia della busta di rifiuti indifferenziati lanciata in strada da una donna mentre transitava per via Consalvo da Cordova con la sua automobile. (Foto 3)

La signora ha aggiunto che la stessa donna ha il vizio del lancio della busta, sempre nella stessa strada.

Vi sfido a portare evidenze di comuni, in Italia o all’estero, che possano competere con la realtà sanferdinandese.

Alle volte, ho provato (vi invito a farlo) ad usare Google Maps per andare virtualmente in Africa in città prese a caso e girare per le strade alla ricerca di rifiuti abbandonati, anche lontanamente paragonabili a quelli presenti nella nostra lercia città. L’esito è stato più volte negativo.

Non contento, la settimana scorsa ho fatto un test sul campo. Sono stato a Pollutri, un comune abruzzese di circa 2.500 abitanti. Ho girato per le sue strade urbane ed extraurbane senza vedere alcun tipo di rifiuto abbandonato, neanche una carta per terra.

I pollutresi sono degli extraterrestri o tanti, troppi, sanferdinandesi si comportano da maiali?

Questa è la diagnosi. La storia del paese ci consegna una prognosi infausta. La terapia è solo [P]olitica.

Una Sindaca con la seria intenzione di affrontare il problema rifiuti, anche a rischio di perdere i voti degli incivili, dovrebbe emanare un’Ordinanza nella quale si annunci alla popolazione che i Carabinieri e i Vigili Urbani effettueranno, ad ogni ora del giorno e della notte, delle larghe perquisizioni a campione dei bagagliai delle automobili in uscita dalla città.

Se durante la perquisizione verrà rinvenuta nell’automobile una o più buste di rifiuti indifferenziati o differenziati, il proprietario del mezzo verrà multato con un’ammenda da 300 a 3.000 euro (la sanzione amministrativa sarà aumentata fino al doppio se il materiale abbandonato è pericoloso).

Se ad abbandonare i rifiuti è un’impresa, alla multa pecuniaria si aggiungerà la denuncia penale per il reato di abbandono di rifiuti (art. 255 Codice dell’ambiente).

La via di uscita dai pagliai si percorre solo se si entra in risonanza con i bifolchi. A mio parere, l’unica via perseguibile è quella della repressione attraverso la politica delle multe a tappeto. La Sindaca avrà l’intenzione di incamminarsi sulla via di uscita dai pagliai?

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